In lotta con la nevrosi: differenze tra le versioni

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verso l’orizzonte
più lontano.
</poem>
 
 
'''Due lacrime'''
<poem>
I sentimenti,
gli affetti,
i profumi
non si sono spenti
del tutto in me.
Vado a letto
piangendo.
E’ stupendo piangere
in queste condizioni.
Le due lacrime
che scendono sul volto,
pur dentro
il duro patire,
faranno crescere
erba, fiori,
sui prati dell’anima,
apriranno l’azzurro
lassù
oltre le nubi.
</poem>
 
 
'''Nevrosi'''
<poem>
Era stata una serata
terribile.
Il corpo accartocciato,
steso sul letto,
stretto nella morsa
della nevrosi.
Reso impotente.
La mente annebbiata.
Mi vidi
per i restanti anni,
preda della pazzia.
Senza più scampo.
Non avevo alternative.
Umanamente
avevo fatto l’impossibile
per non cascare dentro
quella inumana gabbia.
Ora mi arrendevo:
vieni odiata compagna
dei miei tristi restanti anni!
Non pensai minimamente
ad uccidermi.
Anche il folle
ha un suo senso;
il suo vagabondare
contiene un messaggio.
Dalle mie profondità
dissi a quel Dio
che tanto avevo amato,
pur nel dolore:
“Sia fatta la tua volontà”.
Mi accettavo
nella dura realtà della pazzia.
Sapevo che era
cosa assurda il farlo:
eppure non sapevo
fare una cosa diversa.
Un torpore
invase il mio corpo.
Mi rilassai.
Non avevo ormai
più motivo di difendermi.
Di lottare,
di sottrarmi al caos.
L’abisso mi inghiottiva.
Per sempre, pensavo.
Chiusi gli occhi
e dormii.
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'''Sfruttare il Negativo'''
<poem>
Che duro lavoro,
che lotta immane
per distogliere la mente
da decenni
di perdizione!
Essa ha sempre e solo
registrato ogni fatto
al negativo.
Niente per lei
ha più un valore positivo:
solo questo pensiero
la sazia.
Cosa fare?
Vado per tentativi.
Sfrutterò il negativo della mente,
ciò che fa schifo.
Devo ingannare la mente
distorta.
Lavorare sul terreno
che più le piace.
Usare il paradosso.
Odorare i fiori
che ad essa fanno schifo.
Profumare il corpo
che per essa non conta nulla.
Guardare il sole
e i suoi ricami
senza senso.
Spero che la cosa riesca.
Forse la bontà e bellezza
che so essere in ogni cosa
respingeranno
la registrazione negativa
finora fatta
dalla mente ottenebrata.
</poem>
 
 
'''Il nemico è dentro'''
<poem>
Dove posso fuggire?
Non lo so.
Il nemico lo porto dentro.
Lo porto con me.
Dovunque
mi sono compagni
paure, angosce,
inseguimenti di fantasmi.
Il cuore batte affannosamente,
mi manca il respiro.
Da anni è così, senza pause,
senza mai smettere.
Non ho scelta, Dio mio.
Tra le tue braccia
vorrei nascondere
il mio volto.
Impaurito e tremante
invoco:
basta, Dio dei cieli.
Lasciami riposare.
Che assapori il sonno.
Non ho abbandonato la spada
nella lotta;
tra i primi
sono stato sulla breccia.
Ora sono esausto.
Mi mancano le forze
ed il respiro.
Fra le tue braccia
dammi quiete,
Padre!
</poem>