In lotta con la nevrosi: differenze tra le versioni

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Riga 432:
che non generino
abbondante grazia.
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'''Inverno'''
<poem>
E’ l’imbrunire.
I miei passi
si muovono lenti
verso occidente.
Il viottolo
è due solchi di fango
che l’ultimo raggio di sole
illumina.
Mi sembra
che non scenda la notte,
ma che il freddo
avvolga il giorno
in una morsa oscura.
Il cra cra dei corvi
sul mio capo
mi ricorda che è inverno.
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'''Dico: basta!'''
<poem>
Rifiuto il pantano.
Se un posto odora di muffa
lo rifiuto.
Dico: basta!
Una strada bianca
è meglio
d’un’oscura cantina.
L’incertezza
meglio dell’inerzia:
è inumana.
L’aria libera,
no il chiuso recinto.
Voglio vivere il grande,
non il piccolo.
Con le mie povere ali
remare
i vasti cieli.
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'''Vorrei la notte…'''
<poem>
Com’è arida la mia notte.
Senza un fruscio d’ali,
un alitar di fate,
un prato in fiore.
E’ una notte
senza sogni:
è la mia notte di adulto.
Vorrei la notte
dei bambini.
Che il quadrato
diventasse cerchio.
Che io danzassi sui prati del cielo.
E tante altre cose belle.
Chissà…
forse un giorno succederà.
</poem>