In lotta con la nevrosi: differenze tra le versioni

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'''Sono solo'''
<poem>
Sono solo in casa:
nessun passo,
nessun rumore.
Posso toccare, palpare,
la mia solitudine.
In essa
tutto mi viene in superficie.
Come tronchi
presi dalla corrente.
Certezze, dubbi,
fragilità, fortezza,
assenza, presenza.
Sogni giovanili
e dura realtà di adulto.
Prendo in mano
ora un tronco
ora l’altro.
Ecco tutto ciò che possiedo.
Sono io.
Proprio io
e non un altro.
Nudo,
a capo chino,
mi accetto anche così.
La solitudine
elimina le scorie,
rafforza la volontà.
O ti fa impazzire.
</poem>
 
 
'''S. Vito al T.(Pn) 20 novembre 1988'''
 
'''Come una zolla'''
<poem>
Per la sconfinata pianura
vago solitario.
Mi sento smosso
come queste zolle qui
sotto i miei piedi.
Frutto della fatica
di genti
che non conobbi.
Lavorato per interi secoli
perché,
guardandomi dentro,
conoscessi la pace.
Umile zolla
che, chinando il capo,
abbraccia la speranza
che la vita gli dona.
</poem>
 
 
'''Grazie per chi mi ama'''
<poem>
Grazie, mio Dio,
per chi mi vuol bene.
Per chi coglie i miei cocci
e li rende uomo.
I miei frantumi
e gli da
occhi, mani, bocca.
Essere che merita
fiducia.
Seme cui si offre
un terreno fertile
per una nuova seminaggione.
Grazie, mio Dio,
per chi mi ama.
</poem>
 
 
'''Se scompare l’amore'''
<poem>
So cos’è l’amore,
Marisa:
due braccia aperte,
una carezza,
uno sfiorar di corpi
che si riparano,
si guariscono,
si proteggono
a vicenda.
Non sono giudice
di chi ama.
Piango con lui,
in silenzio,
se scompare l’amore,
avvolto dalla tomba
per sempre.
Si spegne una luce.
Torna il freddo della notte
con le sue paure.
Lo so, Marisa.
</poem>