Canti (Leopardi - Donati)/XII. L'infinito: differenze tra le versioni
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Sempre caro mi fu quest'ermo colle,<br/>
E questa siepe, che da tanta parte<br/>
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati<br/>
Spazi di là da quella, e sovrumani<br/>
Silenzi, e profondissima quiete<br/>
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento<br/>
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
</poem>
[[Categoria:Letteratura-I|Infinito]]
[[Categoria:Poesie|Infinito]]
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