Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri/XVI: differenze tra le versioni

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<div style="text-align:center;">''DELL'EFFIGIE, DEL COSTUME E DEI MERITI DI DANTE ''POETA''.''</div>
 
<big><big>F</big></big>u ''Dante'' di mezzana statura, e nella vecchiaja andava alquanto curvo, ma sempre con passo grave, e mansueto. Il suo volto era lungo, e di color bruno, il naso aquilino, gli occhi erano piuttosto grossi, le mascelle grandi, ed il labbro di sotto avanzava l'altro, la barba ed i capelli folti, neri, e crespi, ed il suo aspetto appariva d'uomo malinconico e pensieroso<ref>''{{AutoreCitato|Giovanni Boccaccio|Boccaccio}}'' Vita di ''Dante''</ref>. Molte sono le medaglie gettate in onor suo<ref>L'''{{AutoreCitato|Apostolo Zeno}}'' nel Vol. 2. delle sue ''Lettere'' num. 224. ci dice che nell'Imperial Museo di ''Vienna'' vi è una Medaglia con la testa di ''Dante'', e le lettere DANTES FLORENTINUS, nel rovescio della quale fra due lauri si leggono le seguenti lettere iniziali F.S.K.I.P.F.T. Il medesimo ''Zeno'' avverte nello stesso luogo che queste note distribuite appunto nella maniera suddetta, stanno in un'altra Medaglia del prefato Museo, che nel diritto rappresenta la testa di ''Pietro Pisano'' artefice di medaglie molto eccellente, intorno alla quale si legge PISANUS PICTOR.</ref>, che adornano i Gabinetti dei curiosi, e molti i Ritratti, che in marmo, ed in tela s'incontrano in Firenze<ref>Nella Cappella del Palazzo, che si disse del Podestà, fu dipinto ''Dante'' per mano di ''Giotto'' (''{{AutoreCitato|Giorgio Vasari|Vasari}} Vit. de' Pittori, P.I.'' nella Vita di ''Giotto'') e nella Casa de' ''Carducci'', oggi de' ''Pandolfini'', fece il di lui ritratto al naturale fra quello di altri uomini ''Andrea del Castagno'' (''Vasari loc. cit. P. II. nella Vita di detto Andrea''). A' tempi di ''{{AutoreCitato|Leonardo Bruni|Leonardo Aretino}}'' miravasi l'effigie del nostro Poeta quasi nel mezzo della Chiesa di Santa Croce a mano destra ritratta al naturale ottimamente per dipintore perfetto del tempo suo. Ma troppo lunga impresa sarebbe il numerare tutti i ritratti, che del nostro Poeta furono da eccellentissimi pennelli lavorati, giacchè pochi vi furono nella nostra città, i quali alcuno nelle case, o nelle ville non ne conservi gelosamente. Così il medesimo ''Aretino'' nella Vita di ''Dante'' dice.</ref> ed altrove, i quali al vivo la di lui effigie rappresentano. Al suo sepolcro in ''Ravenna'' vi era una testa assai ben modellata, la quale dall'Arcivescovo di detta città fu donata al celebre Scultore ''Giambologna'', e dopo la morte di lui essendo con molte altre cose curiose pervenuta nelle mani di ''Pietro Tacca'' suo scolare, gli fu tolta dalla Duchessa ''Sforza'' che volle di una gioja sì rara, non senza gran dispiacere di chi la possedeva, privare la nostra città<ref>Lo racconta il ''Cinelli'' nella sua storia degli scrittori Fiorentini manoscritta nella Libreria Magliabechiana, ove parla di ''Dante'', e dice di più che tal cosa l'aveva saputa da ''Lodovico Salvetti'' scolare del ''Tacca''.</ref>.
 
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