Pagina:Per li giocatori di pallone in Firenze l'estate dell'anno 1619.djvu/2: differenze tra le versioni

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copio tutto qui: dividete voi che lo sapete fare...
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Melpomene quai fregi
Melpomene quai fregi
Deh dimmi, e quali si daran ghirlande?
Deh dimmi, e quali si daran ghirlande?
Io così dissi; ed ella indi rispose:
Io così dissi; et ella indi rispose:
Porgi gl'orecchi attenti;
Porgi gl'orecchi attenti;
Io con giocondi accenti
Io con giocondi accenti
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Poi fu cetera d'or la bella Diua
Poi fu cetera d'or la bella Diua
Rosate labbra a queste note apriua.
Rosate labbra a queste note apriua.

Tempo già fu, che per li monti errante,
E per le Frigie selve
Guerreggiator di belue
Vn rapido garzon mouea le piante;
Ben largo il petto, et allenato il fianco,
Bruni gli sguardi, e viui,
E per li campi estiui
Tinti alquanto gli aurorij, onde era bianco
Il nobil volto; et auea d'or le chiome;
Acero per ciascun chiamato a nome.

Per sua beltà nelle foreste d'Ida
Cento Ninfe penaro,
Ma d'incendio più chiaro
Arse le vene, e si distrusse Eluida;
Nè [sic] fu scarsa di pianti, e di lamenti;
Anzi preghiere offerse;
Ma pur tutte disperse
Quello indurato cor lasciolle a i venti;
Onde ella al fin del cacciator crudele
Fece con Berecinta aspre querele.

Poi che 'l soaue fin de' miei desiri
In tutto si dispera,
E con vn cor di fera
Perdono suo valor pene, e martiri,
Veggane almen vendetta; alma Cibelle,
Se mai per Ati ardesti
I tuoi furor sian presti
Per me fedele in fra tue note ancelle;
Flagella tu lo smisurato orgoglio,
E verrà meno acerbo il mio cordoglio.

Così disse ella; e giù dal viso adorno
Caldi pianti disciolse;
E Cibelle raccolse
L'afflitte voci, e vendicolla; vn giorno
Acero in selua daua caccia ad orso
Terribile, feroce,
Et ecco il piè veloce
Piantasi in terra, e gli vien meno il corso;
E verdi rami gli si fer le braccia,
E rozza scorza gli adombrò la faccia.

Or di tal pianta, e che tra voi già nacque
D'vom forte, e si [sic] robusto
Par, che fregiar sia giusto
I vostri atleti; e qui sorrise, e tacque;
Onde io trascorrerò con le man prnte
Per la seluaggia sponda,
E della bella fronda
Giouani altier v'adornerò la fronte;
Poi che del tronco istesso anco guernite
Il nudo braccio, oue a contesa vscite.

Con piccol premio lusingando onora
La mortale fatica
Clio, che di cetre amica
Sù [sic] le spiagge febee fa sua dimora;
Ma COSMO, la cui luce alma rischiara
D'Italia i bei sembianti,
I cui fulgidi vanti
Anco l'Inuidia a riuerire impara,
Di cui poggiano al ciel pensieri, e voglie
Largo dell'oro arricchirà le foglie.


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