Tesis: differenze tra le versioni

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Con la più distinta stima e devozione mi segno Obb. Servo Luigi D'Agnolo
 
Non meravigli il modo di esprimersi così aulico, ricercato, tipico di uno scrivano e non di un operaio. Il D'Agnolo, sulla lettera, mette solo la firma, mentre i suoi pensieri vengono filtrati e scritti da un ragioniere della ditta in cui lavorava.
 
Tutto, quindi, procedette in fretta. I lavori ebbero inizio. Il Broili prelevò le vecchie campane e cominciò la fusione delle nuove. Don Cargnelli s'industriò a preparare l'iscrizione da incidere sulle tre campane.
 
Sulla campana Grande fece scrivere: ''"A fulgure et tempestate, libera nos Domine"''.
Sulla Mezzana: ''"A peste, fame et bello, libera nos Domine".''
Infine sulla campana Piccola: ''"Ut fructus terrae dare et conservare digneris, Domine Te rogamus, exaudi nos".''
 
In breve il lavoro è finito. Si piazzano le campane sul castello fatto costruire appositamente sul campanile.
 
La domenica 6 maggio 1894 il suono festoso delle nuove campane sveglia i tesani: è la giornata della Inaugurazione. Sono appena passati tre mesi dall'inizio dei lavori, e Tesis ha già le sue campane nuove. Don Cargnelli annuncia con grande calore l'avvenimento alla stampa locale. L'articolo, di cui c'è la copia scritta di suo pugno, inizia così:
''"Anche qui a Tesis si è fatto qualcosa di nuovo nel culto cattolico, si ha fatto un bel concerto di campane".''
Può sfogare tutta la sua gioia, quasi gridando: finalmente ce l'abbiamo fatta! E' al culmine della soddisfazione.
 
'''Contrasti e discordie'''
 
Sembra che la festa abbia messo a tacere ogni cosa, ogni contrasto. Purtroppo questo miracolo non si è verificato. Anzi, il fossato delle incomprensioni tra parroco e paese, si allargò sempre più, come vedremo subito. Soprattutto senza che ci fosse un vero motivo. Così almeno appare leggendo le carte a cento anni di distanza.
 
Il costo complessivo delle 3 campane più il campanello risultò essere di lire 3.218. Il pagamento doveva essere effettuato nell'arco di un anno, altrimenti c'erano da pagare gli interessi del 6% sulla cifra mancante. Ci vollero 4 anni lunghi per saldare il debito. E per di più i versamenti furono
così lenti e scarsi che il fonditore Broili perse più volte la pazienza (c'è una lunga corrispondenza in proposito tra questi ed il parroco).
 
Da un resoconto fatto da don Cargnelli risulta che furono versate al Broili:
il 3 giugno 1894 (un mese dopo l'inaugurazione delle campane) lire 1.000
il 4 giugno 1895 (un anno dopo) lire 500;
il 18 ottobre 1895 lire 200;
il 10 giugno 1896 lire 300;
il 31 luglio 1896 lire 160;
il 1 marzo 1897 lire 100;
il 14 giugno 1897 lire 400;
 
Per un totale di lire 2.660.
 
Quindi nel 1897, vale a dire a distanza di tre anni dell'inizio dei pagamenti, mancano ancora lire 558 per completare la somma totale da pagare che è di lire 3.218. Questo stillicidio di rate lascia pensare, per prima cosa, che non si vollero toccare, e giustamente, i soldi destinati alla Fabbrica della chiesa. Si volle contare unicamente sulle offerte destinate a tale scopo.
 
Ma se noi dobbiamo dar credito a Luigi D'Agnolo Bambinello che nella lettera suesposta parla di una tassa individuale settimanale fino al raggiungimento di lire 50; e poiché solo nelle Vetrerie di Murano gli emigranti erano 43: quindi senza contare gli operai e commercianti di Trieste si sta poco a fare un conto approssimativo. Metti che alcuni si ritirassero dall'impegno; oppure che fossero sorte delle difficoltà (sempre possibili, per operai non tutelati da alcun contratto); comunque stessero le cose, nell'arco di poco tempo si sarebbero potuti raccogliere i soldi necessari. E invece...