Pagina:Manzoni.djvu/166: differenze tra le versioni

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<section begin=s1 />proprio romanzo. Vi sono versi che non si possono scrivere altrimenti che sotto una impressione molto viva e dolorosa; ed i versi che ho citati, mi fanno dubitare che il Manzoni abbia desiderato in quegli anni prender parte a qualche congiura politica, che, per una recrudescenza d’amor patrio, abbia corso qualche gran rischio e temuto assai per la propria famiglia e siasi poi sentito accusare di qualche debolezza: la malattia nervosa che lo visitò, appena terminata la sua tragedia, le varie ciarle alle quali diede occasione il suo ritorno a Parigi, hanno forse qualche relazione con alcun fatto che ignoriamo, ma del quale potrebbe darsi che si trovassero indizii ne’ suoi scritti di quel tempo. Fu caso fortunato che i componimenti del Manzoni cadessero sotto gli occhi del Goethe, ma non già caso che il Goethe se ne compiacesse. Vi era naturale simpatia fra que’ due ingegni olimpici; anche il Goethe in quasi tutte le sue opere poetiche ha rivelato sè stesso in modo che la biografia di lui può farsi quasi che tutta sopra la sola guida de’ suoi scritti. Il Manzoni sfogò meno le sue passioni, si frenò di più, tenne più fermo ad un solo alto segno il proprio ideale; ma sotto la sua calma apparente, sotto quella mirabile temperanza di linguaggio, è ancora possibile scorgere le tempeste d’un animo agitato, in continua lotta con sè medesimo, e più ancora che lottante fra il dovere e il<section end=s1 />
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che il Manzoni abbia desiderato in quegli anni prec- ~
der parte a qualche congiura politica , che, per una
recrudescenza d’amor patrio, abbia corso qualche gran
rischio e temuto assai per la propria famiglia e siasi
poi sentito accu sare di qualche debolezza: la malattia
nervosa che lo visitò, appena terminata la sua trage-
dia, le varie ciarle alle quali diede occasione il suo
ritorno a Parigi, hanno forse qualche relazione con al-
cun fatto che ignoriamo, ma del quale potrebbe darsi
che si trovassero indizii ne’ suoi scritti di quel tempo. q
Fu caso fortunato che i componimenti del Manzoni
q cadessero sotto gli occhi del Goetho,ma non già caso
ch e il Goethe se ne compiacesse. Vi era naturale sim-
patia fra que’due ingcgni olimpici; anche il Goethe in
quasi tutte le sue opere poetiche ha rivelato sè stesso i
in modo che la biografia di lui può farsi quasi che M
tutta sopra la sola guida de’suoi scritti. Il Manzoni
sfogo meno le sue passioni, si freno di più, tenne più L
fermo ad un solo alto segno il proprio ideale; ma sotto
la sua calma apparente , sotto quella mirabile tempe-
ranza di linguaggio, el ancora possibile scorgere le
tempeste d’un animo agitato, in continua lotta con se
medesimo, e più ancora chelottante fra il dovere e il q, q
Non leggeva superficialmente tanto da poter riuscire a dare anni È
qualche colore locale, una tinta qualsiasi del Medio Evo ad t
un’ opera di fantasia. No davvero, egli yolle vedervi il fondo; si " È
cappelli nella collezione Bernm Italìccstumgiel Muratori, 9 preso A ·’
anche famigliarità, com’ egli dicea sorridendo, con qualcuno dei ;
49 grossi complici di Agostino Thierry. e l A _ 4
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