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anco presso i sacri colli dell’Arno, ai quali il Carme foscoliano ''De’ Sepolcri'', uscito nella primavera di quell’anno, dovea più fortemente tentarlo. Anch’egli desidera venire ascritto, non alla turba, ma "al drappel sacro" de’ poeti d’Italia "antico ospizio delle Muse." La recrudescenza nel desiderio della gloria presso i poeti risponde quasi sempre ad una recrudescenza d’amore; le donne amanti di poeti furono quasi sempre o autrici o principali collaboratrici della loro gloria; anche il Manzoni, il meno erotico forse di tutti i nostri grandi poeti, sentì crescere l’ardore poetico all’improvviso sollevarsi nel suo petto di una fiamma gentile. Ma, dopo ch’egli s’era scostato dagl’imitatori per accostarsi, com’egli canta, "ai prischi sommi," la poca gloria poetica non bastava più alla sua giovanile ambizione, ''aut Caesar, aut nihil''; anche il nostro pensava dunque fra sè, dopo avere conosciuto il Pindaro Lebrun, o Pindaro, o Dante, o Manzoni; e, dopo avere lodato il primo, si velava sotto la figura del secondo; per avere il diritto di ascoltare il glorioso discorso delle Muse. Dante vien celebrato per aver primo dato le bende ed il manto alla poesia italiana, per averla, primo, condotta a fonti illibate, per averla, maestro dell’ira nell’''Inferno'' e del sorriso nel ''Purgatorio'' e nel ''Paradiso'', creata degna di
emular la madre latina:<poem>


. . . . e nelle stanze sacre
anco presso i sacri colli;dell’Arno, ai quali il Carme
Tu le insegnasti ad emular la madre,
foscoliano De’ Sepolcrz`, uscito nella primavera di quella Vanno, dovca più fortemente teutarlo. Anch’egli desidera venire ascritto, non alla turba, ma «al drappel
Tu dolce maestro e del sorriso,
sacro»-de’ poeti d’Italia «antico ospizio delle Muse. >>
Divo Alighier, le fosti. In lunga notte
La recrudescenza nel desiderio della gloria presso it
Giaceva il mondo, e tu splendevi solo,
*1 poeti risponde quasi sempre ad una recrudescenza
Tu nostra.</poem>
d’amore; le donne amanti di poeti furono quasi sempre o autrici o principali collaboratrici della loro glo- _,
ria; anche il Manzoul,_il meno erotico forse diátutti
i nostri grandi poeti, senti crescere Yardore poetico
alfìmprovviso sollevarsi nel suo petto di una Gamma,
gentile. Ma, dopo ch’eglì s’era scostato dagl’i1nitatori
per accostarsi, com’egli canta, << ai prischi sommi,»
la poca gloria poetica non bastava più alla sua giovanilo ambiz.ione,È aut Caesar, aut mbit; anche il nostro pensava dunque fra sè, dopo avere conosciuto
il Pindaro Lebrun, o Pindaro, o Dante, o Manzoni;
e, dopo avere lodato il primo, si velava sotto la ligure
del secondo; per avere ildiritto di ascoltare il glorioso discorso delle Muse, Dante vien celebrato per
aver primo dato le bende ed il manto alla poesia italiana, per averla, primo, condotta a fonti illìbate, per
È, averla, maestro dell'ira nell'Inferno e del sorriso nel
il Purgatorio e nel Paradiso, creata degna d i omular la
madre latina:


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