Pensieri (Leopardi)/LIV: differenze tra le versioni

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Un amico
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|NomeCognome=Giacomo Leopardi
Un racconto di Cuculo
|TitoloOpera=Pensieri
 
|NomePaginaOpera=Pensieri
|AnnoPubblicazione=
 
|TitoloSezione=LIV
Stavo viaggiando sulla Milano Venezia, stavo tornando a casa, era notte ed ero molto stanco, non sono uno abituato a viaggiare la notte ma quella volta per fare un piacere a un amico, mi ero ritrovato in quella situazione incresciosa e volevo a tutti i costi arrivare a casa, oramai mancavano solo 120/130 chilometri, era un'ora o poco piu' di macchina e poi finalmente il letto quando PUFF la macchina ha leggermente sbandato, dato la mia velocita' abbastanza contenuta ma il danno era fatto, avevo bucato.
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{{capitolo
Accosto alla prima piazzola di emergenza e mi accingo a cambiare la gomma bucata, dentro di me facevo volare parole di fuoco all'indirizzo mio e dell'amico per il quale mi trovavo in quella situazione, tolgo il cric, gli arnesi la gomma di scorta e via a lavorare, illuminato solo dai fari delle macchine che passavano. Avevo appena iniziato il lavoro e si ferma una camion, scende un uomo abbastanza in carne, un tipo piacevole, si offre di darmi una mano che io accetto volentieri. In due illuminati dai fari del camion e da una torcia elettrica che questo angelo custode aveva con se, il lavoro e' stato portato a termine in pochi minuti, e siccome mi sentivo sollevato e oltretutto il tizio mi interessava, non volevo perdere l'occasione e su mio invito abbiamo proseguito assieme fino al primo autogrill sulla strada, dove mi sono sdebitato offrendo caffe' e altro.
|CapitoloPrecedente=LIII
 
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Pensieri/LIII
Ci siamo messi a chiaccherare del piu' e del meno, volevo agganciarlo e non sapevo come. Non mi sembrava un personaggio che poteva starci, e non riuscivo proprio a portarlo su un discorso che avesse a che fare con il sesso. Deluso della mia titubanza sono andato alla toilette per lavarmi le mani ancora sporche per il cambio gomme, cosa che ha fatto anche il camionista. Rituale pipi, anche lui, e ci siamo messi agli sciacquoni a muro, l'occhio mi e' caduto (volutamente) sul suo pacco. Che bel pacco. L'ho guardato negli occhi e visto che eravamo soli nel bagno gli ho detto: "che bel cazzo che hai, chissa' quanto e' ricercato, io col mio pistolino (e voltandomi verso di lui l'ho messo in mostra), per godere devo andare alla ricerca di pistoloni come il tuo per assaporarli in tutti i buchi". Lui si e' messo a posto la patta, e senza commenti mi ha invitato sul suo camion. Siamo andati con i nostri mezzi pochi chilometri avanti dove seguendolo ci siamo fermati in una zona di sosta, sono sceso dalla macchina e mi sono trasferito sul camion. Lui era gia' nudo sul lettino, ha tirato le tende e senza darmi il tempo di spogliarmi, mi ha preso la testa infilandomi il cazzo in bocca.
|CapitoloSuccessivo=LV
 
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Pensieri/LV
Cosi' per mia fortuna, quella che sembrava una giornata storta, si e' raddrizzata insieme a quel cazzo che diventava sempre piu' turgido, dritto e grosso.
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Abbiasi per assioma generale che, salvo per tempo corto, l'uomo, non ostante qualunque certezza ed evidenza delle cose contrarie, non lascia mai tra se e se, ed anche nascondendo ciò a tutti gli altri, di creder vere quelle cose, la credenza delle quali gli è necessaria alla tranquillità dell'animo, e, per dir così, a poter vivere. Il vecchio, massime se egli usa nel mondo, mai fino all'estremo non lascia di credere nel segreto della sua mente, benché ad ogni occasione protesti il contrario, di potere, per un'eccezione singolarissima dalla regola universale, in qualche modo ignoto e inesplicabile a lui medesimo, fare ancora un poco d'impressione alle donne: perché il suo stato sarebbe troppo misero, se egli fosse persuaso compiutamente di essere escluso in tutto e per sempre da quel bene in cui finalmente l'uomo civile, ora a un modo ora a un altro, e quando più quando meno aggirandosi, viene a riporre l'utilità della vita. La donna licenziosa, benché vegga tutto giorno mille segni dell'opinione pubblica intorno a se, crede costantemente di essere tenuta dalla generalità per donna onesta; e che solo un piccolo numero di suoi confidenti antichi e nuovi (dico piccolo a rispetto del pubblico) sappiano, e tengano celato al mondo, ed anche gli uni di loro agli altri, il vero dell'esser suo. L'uomo di portamenti vili, e, per la stessa sua viltà e per poco ardire, sollecito dei giudizi altrui, crede che le sue azioni sieno interpretate nel miglior modo, e che i veri motivi di esse non sieno compresi. Similmente nelle cose materiali, il-Buffon osserva che il malato in punto di morte non dà vera fede né a medici né ad amici, ma solo all'intima sua speranza, che gli promette scampo dal pericolo presente. Lascio la stupenda credulità e incredulità de' mariti circa le mogli, materia di novelle, di scene, di motteggi e di riso eterno a quelle nazioni appresso le quali il matrimonio è irrevocabile. E così discorrendo, non è cosa al mondo tanto falsa né tanto assurda, che non sia tenuta vera dagli uomini più sensati, ogni volta che l'animo non trova modo di accomodarsi alla cosa contraria, e di darsene pace. Non tralascerò che i vecchi sono meno disposti che i giovani a rimuoversi dal credere ciò che fa per loro, e ad abbracciare quelle credenze che gli offendono: perché i giovani hanno più animo di levare gli occhi incontro ai mali, e più attitudine o a sostenerne la coscienza o a perirne.
Lui mi incitava a succhiarlo e a leccarlo, dicendomi cosa dovevo fare, e io volentieri ubbidivo, ad un tratto mi ha bloccato, mi ha quasi strappato i pantaloni, quasi violentandomi, si e' portato le mie gambe sulle spalle e mi ha infilato tutto nel culo, quasi a secco. Ho sentito il dolore partire dal buchino cosi' violentemente penetrato salirmi al cervello, eppure mi piaceva quello che mi stava succedendo. Ha dato tre quattro colpi, ha estratto il cazzo dal culo, e infilandolo di nuovo l'ho sentito sborrarmi dentro. Era pura lava quella che mi inondava l'intestino, era un continuo getto che sembrava un clistere. Nell'orecchio lui mi ha detto, sono tre giorni che non scopo, ora iniziamo. E cosi' inumidito dal suo stesso sperma, allargato dalla prima penetrazione, ha iniziato a scoparmi per bene. Il suo cazzo non si e' ammosciato anzi, l'andirivieni nel mio culo ne ha aumentato la consistenza, ed ora placata la voglia, si poteva dedicare tranquillamente all'escavazione del mio buco del culo.
{{capitolo
 
|CapitoloPrecedente=LIII
Entrava, usciva, si fermava, toglieva il cazzo dal culo e lo sostituiva con un dito, poi con due dita e poi rimetteva il cazzo. Non capivi piu' nulla, stavo entrando in estasi.
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Pensieri/LIII
 
|CapitoloSuccessivo=LV
Non c'era piu' dolore, c'era solo piacere. Quel continuo dentro fuori, alternato da dita che giravano all'interno del culo, mi facevano impazzire. Il liquido della prima sborrata fuoriusciva dal mio culo insieme al suo cazzo. Era troppo anche per me.
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Pensieri/LV
 
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Gli ho chiesto di menarmelo mentre mi violentava. Il mio cazzo in quella manona scompariva tutto, ma era duro, e quando ho sborrato, lui ha chiuso la mano sulla cappella, e gli sono venuto in mano.
 
Mentre continuava a scoparmi mi ha messo la mano davanti alla bocca, ed io ho iniziato a leccare il mio sperma. Non l'avevo mai assaggiato, e devo dire che era buono, e mi piaceva, tanto che ho iniziato a leccargli anche le dita, gli stavo pulendo tutta la mano e anche per lui quel mio succhiare le dita e' stato il colpo finale perche' ho sentito il suo cazzo indurirsi nel mio intestino, l'ho sentito irrigidirsi, ha iniziato a dare colpi violenti accompagnati da tremiti e finalmente si e' svuotato accasciandosi dentro di me.
 
Dopo un poco di tempo il suo uccello si era finalmente ammosciato, mi sono spostato, svilandomelo dal culo. Il lettino era abbastanza bagnato dallo sperma che oramai non era trattenuto bene dal mio sfintere, mi sono pulito alla meglio con dei fazzolettini, e visto che lui era ancora sdraiato mi ci sono dedicato un po, pulendogli per bene il cazzo, dopo aver tolto con un fazzolettino la cacca attaccata alla sua cappella, ho inziato a lavorarlo bene di lingua e di bocca come piaceva a me, e alla fine lui mi ha ringraziato ancora nutrendomi del suo amore, ho veramente smesso quando lui mi ha goduto in bocca, quando il suo sperma che era leggermente acido (forse per la stanchezza), mi ha riempito anche lo stomaco oltre che l'intestino.
 
Quando sono sceso dal camion era quasi l'alba, ho ringraziato ancora l'autista che si e' fermato a dormire e ho finalmente ripreso la strada di casa, non piu' incazzato con l'amico che mi aveva chiesto quel piacere, anzi lo ringraziavo con il cuore (e anche con il culo).
 
Non ho piu' rivisto quel camionista di cui non ho saputo neppure il nome, ho riprovato un paio di volte a fermarmi sull'autostrada fingendo di aver bucato nella speranza di reincontrare lui o anche un altro camionista, ma mi e' andata buca.
 
Va bene cosi', mi resta il ricordo di una notte di passione con un AMICO