Satire (Orazio)/Libro I/Satira VII: differenze tra le versioni

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Qual pigliasse vendetta il Roman-greco
Perso di quel tutto veleno e rabbia
Rupilio Re proscritto, omai, cred'iocred’io,
Tutti gli orbi sel san, tutti i barbieri.
{{r|5}}Questo Persio uomo ricco immensi avea
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Due litiganti (perocchè i caparbj
Son come i prodi, che hanno guerra insieme.
Fra 'l’l teucro Ettore e l'animosol’animoso Achille
{{r|15}}Ira destossi capital, cui sola
Troncar poteo la Morte, e ciò perch'eraperch’era
L'unoL’uno e l'altrol’altro di lor sommo in valore.
Se lite sopravvien tra due codarsi,
O pur tra due di forze disuguali,
{{r|20}}Come tra Diomede e il Licio Glauco,
Cede il più vile, e doni all'altroall’altro invia).
Mentre Bruto pretor della feconda
Asia il governo avea, Rupilio e Persio
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Tutto ride il congresso. Ei loda Bruto
{{r|30}}E la sua corte: chiama quello il sole
Dell'AsiaDell’Asia, e i suoi compagni astri salubri
A eccezion di Re, che veramente
È l'astrol’astro cane alle campagne infesto.
Precipitoso come alpin torrente
{{r|35}}Scorrea, cui raro avvien che scure appressi.
Poscia quell'altroquell’altro di Preneste eroe
Mille strapazzi in lui vomita sparsi
Di pizzicante sal, come un rubesto
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{{r|40}}Ceduto ha il viator dopo che invano
Sfiatossi a dargli di cuculio il nome.
Ma il Greco, poichè fu d'italod’italo aceto
Solennemente concio; O Bruto, esclama,
Deh pe'supernipe’superni Dei tu che in costume
{{r|45}}I Re dal mondo hai di levar, che indugi
A scannar questo Re? Saria, me 'l’l credi,
Questa un'egregiaun’egregia e di te degna impresa.
</poem>