Pagina:L'imperatore Diocleziano e la legge economica del mercato.djvu/7: differenze tra le versioni

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''pire romain, publié avec de nouveaux fragments et un commentaire'', etc. (Parigi, Didot, ISG4 in-4°): —lavoro questo, che è esso medesimo un estratto del Commentario delle ''Iscrizioni greche e latine'',
''pire romain, publié avec de nouveaux fragments et un commentaire'', etc. (Parigi, Didot, I864 in-4°): —lavoro questo, che è esso medesimo un estratto del Commentario delle ''Iscrizioni greche e latine'',
raccolte in Asia Minore da Ph. Le Bas, la cui pubblicazione fu commessa al Waddington dall'Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere dell'Istituto di Francia.
raccolte in Asia Minore da Ph. Le Bas, la cui pubblicazione fu commessa al Waddington dall'Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere dell'Istituto di Francia.


Ed è sulle traccie di tale lavoro che io vengo ordendo questo breve discorso, pigliando per mia parte il soggetto, non gia dal punto di vista dell’ erudizione e della critica, che non sarebbe invero del fatto mio, ma da quello dell' Economia politica, e dell' istruzione che se ne può derivare a francheggiare i principj di questa. — Vi è un'altra classe di gente, alla cui contentezza Diocleziano avea probabilmente pensato ancor meno che a quella degli eruditi; ed è la classe degli economisti. Sta bene che, anche senza l'imperiale sua licenza, essi vengano a fare lor pro del suo esperimento.
Ed è sulle traccie di tale lavoro che io vengo ordendo questo breve discorso; pigliando per mia parte il soggetto, non già dal punto di vista dell'erudizione e della critica, che non sarebbe invero del fatto mio, ma da quello dell'Economia politica, e dell'istruzione che se ne può derivare a francheggiare i principj di questa. — Vi è un'altra classe di gente, alla cui contentezza Diocleziano avea probabilmente pensato ancor meno che a quella degli eruditi; ed è la classe degli economisti. Sta bene che, anche senza l'imperiale sua licenza, essi vengano a fare lor prò del suo esperimento.


Ed anzi tutto convien fermare le idee circa la vera natura dell'editto e dei prezzi che vi sono decretati.
Ed anzi tutto convien fermare le idee circa la vera natura dell'editto e dei prezzi che vi sono decretati.


L'editto (lo dice l' Imperatore nel preambolo, dove dà ragione delle sue prescrizioni) non intende punto stabilirei veri prezzi venali delle cose: cio che sarebbe ingiusto (le son sue parole); bensì il limite che i prezzi non devono sorpassare, affinche negli anni di carestia il flagello dell'avarizia sia contenuto in moderati confini per virtù della legge.
L'editto (lo dice l'Imperatore nel preambolo, dove dà ragione delle sue prescrizioni) non intende punto stabilire i veri prezzi venali delle cose: ciò che sarebbe ingiusto (le son sue parole); bensì il limite che i prezzi non devono sorpassare, affinchè negli anni di carestia il flagello dell'avarizia sia contenuto in moderati confini per virtù della legge.


Brevemente, la è, come si usa dire, una legge del ''massimo'', una ''meta'', al di sotto della quale è lecito vendere, ma non al di sopra; fissata forse con certa latitudine rispetto ai prezzi ordinarj; ma con i quali criterj determinata, non saprebbesi dire, giacchè nulla se ne accenna.
Brevemente, la è, come si usa dire, una legge del ''massimo'', una ''meta'', al di sotto della quale è lecito vendere, ma non al di sopra; fissata forse con certa latitudine rispetto ai prezzi ordinarj; ma con i quali criterj determinata, non saprebbesi dire, giacchè nulla se ne accenna.


Per quanto è della giustizia od ingiustizia della cosa, lasciam là. — Per vero, una certa logica, o, se vuolsi, un certo buon senso volgare, avrebbe potuto suggerire alla coscienza timorosa di Diocleziano che se è ingiusto stabilire i prezzi delle cose, lo e pure in qualche grado anche stabilire il limite massimo che essi non deggiano in alcun caso sorpassare, a meno che il limite non si ponga tant’alto che non possa mai essere raggiunto: al qual patto si può anche cansar la briga di segnarlo del tutto, e risparmiarsi addirittura il disagio di far la legge; ma probabilmente Diocleziano, da quell’ uomo di Stato che era, non avea alcun bisogno di apprendere da certo scrittore politico venuto dappoi, che la logica è stata
Per quanto è della giustizia od ingiustizia della cosa, lasciam là. — Per vero, una certa logica, o, se vuolsi, un certo buon senso volgare, avrebbe potuto suggerire alla coscienza timorosa di Diocleziano che se è ingiusto stabilire i prezzi delle cose, lo è pure in qualche grado anche stabilire il limite massimo che essi non deggiano in alcun caso sorpassare, a meno che il limite non si ponga tant'alto che non possa mai essere raggiunto: al qual patto si può anche cansar la briga di segnarlo del tutto, e risparmiarsi addirittura il disagio di far la legge; ma probabilmente Diocleziano, da quell'uomo di Stato che era, non avea alcun bisogno di apprendere da certo scrittore politico venuto dappoi, che la logica è stata