Utente:Candalua/Sandbox: differenze tra le versioni

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E sul cader del dì raccoglie il volo

Nel suo nido cortese.

 

Cara, se vuoi saper quanto sia forte

Sul tempestoso flutto.

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A lei la mente io giro,

Che un dì fu il mio sospiro.

Pei taciti vïali

Ella seguiavi, e l’ali

D’una che ancor può darmi

Le illusïoni e i carmi.

Non tesserò catena

A quella sua serena

Quest’ora è il mìo tesoro,

O lucciolette d’oro.

Raggio degli astri incerti,

Fra questi olmi deserti

Lancia per suo trastullo

Dio, l’eterno fanciullo.

Ch’abbiamo entro al pensiero,

Pe ’l mare ampio del vero

Pianger vorrei; ma rido.

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Ch’io per te soffro e soffrirò! Tal cosa,

Cara, tal cosa è l’amor mio, che nullo

O sgomento o pietà dammi di questa

Misera vita, che a tant’ira è segno,

Dentro a l’anima mia diventa affanno.

Per non segnato ciel, per mondi ignoti,

Straniero al mondo, erra il mio spirto in cerca

Di non viste fantasme; e aspetto, e impreco,

Di quest’isola mia, lidi lontani.

Vergini selve, intatti boschi, or date

Date ghirlande a me! L’amor che sorge

Fra le tenebre mie, Tamor che solo

Sopra gli affanni altrui segga il tuo core

E il tuo cor presso al mio! Crudel talvolta

L’amor mi fa! Se al voler mio conforme

Fosse il poter, questo vedresti a un punto

Divorai muto il pianto, e muto io tolsi

Le mie sciagure, e le torrò. Di strane

Non comprese speranze il canto aspersi,

E plauso ebbi di vate, e alcun non seppe,

Vieni, ah! vieni al mio cor, tergi il mio pianto,

Dolcezza unica mia! Le braccia io tendo

A te, come il nocchier le tende al porto;

Schiudo io l’anima a te, come a la pioggia

Di portar l’amor mio ne l’urna invitto.

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Guarda ei l’onda e notte e giorno.

Ma fin lei non va il suo stel.

 

Fresca, tersa e cristallina

Vuo’ baciarti e poi morir.

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Ingenue fedi, ardenti entusiasmi.

Morti non siete ancora.

 

Veggio al mio freddo letticciol d’intorno

E perchè al suono de le tue parole

Arde quest’alma mesta.

 

Ma il suon cessò. Da lo spiraglio incerto

Bacio i tuoi fogli, e piango.

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Mugghiante, orrida piena

Il verno irto scatena;

Qual’onda al sole ignota,

Entro al tedio sepulta

 

Oh! non mi dir che son vuote e fallaci

Le mie promesse e i sogni miei son vani;

Amami fin che puoi, dammi i tuoi baci,

Che importa a me? Più dolci e men fugaci

De la gloria e de l’or sono i tuoi baci.

 

Due ben, caro amor mio,

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Penso talor: Se istabili e fallaci

Come le perle tue falsi i tuoi baci,

O cara, io riderei!