Tu che le risa improvvide e lo scoppio: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=25101%|data=120 dicembre 2008|arg=PoesieSonetti}}{{Intestazione letteratura
| Nome e cognome dell'autore =Iacopo Vittorelli
| Titolo =Tu, che le risa improvvide e lo scoppio
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SONETTO XIV.
 
''Al Nobil Uomo Ferdinando Toderini mandandogli nell'ultimo giorno di carnovale alcuni versi della contessa Alaria ed un libro del conte abate Roberti.''
 
''Al Nobil Uomo Ferdinando Toderini
mandandogli nell'ultimo giorno di carnovale
alcuni versi della contessa Alarìa
ed un libro del conte abate Roberti.''
 
<poem>
Tu, che le risa improvvide e lo scoppio
Fuggì Fuggi del Baccanal che assorda l'aria,
E nella cameretta solitaria
Bevi tranquillo il filosofic'oppio;
 
{{R|5}}Queste, che ad aureo volumetto accoppio
Tu, che le risa improvvide e lo scoppio
Rime, o Fernando, d'armonia sì varia,
Fuggì del Baccanal che assorda l'aria,
Che la vezzosa innamorata Alaria
E nella cameretta solitaria
Piangendo meditò sul colle doppio:;
Bevi tranquillo il filosofic'oppio;
 
Queste, che ad aureo volumetto accoppio
Rime, o Fernando, d'armonia sì varia,
Che la vezzosa innamorata Alaria
Piangendo meditò sul colle doppio:
Ricevi, amico: e se pietà conforme
{{R|10}}Darle non sai, perdona a quella smania
Che di ragion la traviò dall'orme.
 
Non viene Amor per tenderti la pania,
Ma perchéperchè gode che in discrete forme
Uno Stoico gentil lo chiami insania.
</Poempoem>
 
</Poem>