La fame del Globo/Cap. 3: differenze tra le versioni

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| Nome e cognome dell'autore = Antonio Saltini
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Per coltivare quei terreni erano necessarie piante tolleranti l’alluminio, che solo la genetica può congegnare».
 
 
==Non di sola genetica==
La genetica è indispensabile, ma non è sufficiente, da sola, al progresso delle produzioni, deduco dalle parole del mio interlocutore.
“Non lo è mai stata e lo sarà sempre meno –conferma il professor Borlaug-. La genetica stabilisce il potenziale delle colture, la quantità di carboidrati che le piante sono in grado di produrre nelle migliori condizioni ambientali, ma quella condizioni debbono essere assicurate da interventi agronomici. In India i primi frumenti selezionati elevavano le rese da una a due tonnellate per ettaro nei campi di tutti i coltivatori, di quattro o cinque in quelli dei più capaci, che avevano compreso le esigenze delle nuove piante. Ecco perché ripeto che non basta fare nuove sementi, ma che occorrono, insieme, strade e scuole: senza strade non si possono distribuire agli agricoltori i fertilizzanti necessari a ottenere produzioni elevate, senza scuole è difficile che quei coltivatori imparino come combinare le sementi con l’impiego dell’acqua e dei fertilizzanti.”