Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/37: differenze tra le versioni

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qualche modo è (p. 240 C), almeno a sentire questo discorso. E quando l’anima nostra illusa dall’arte del sofista opina falsamente, essa o crede che ciò che non è in qualche modo sia, o crede che non sia in alcun modo ciò che assolutamente è; e l’uno e l’altro è discorso falso (p. 240 E).
qualche modo è (p. 240 C), almeno a sentire questo discorso. E quando l’anima nostra illusa dall’arte del sofista opina falsamente, essa o crede che ciò che non è in qualche modo sia, o crede che non sia in alcun modo ciò che assolutamente è; e l’uno e l’altro è discorso falso (p. 240 E).


Bisogna dunque, con tutto il rispetto, impugnare l’affermazione di {{AutoreCitato|Parmenide}} e cercar di dimostrare che ''ciò che non è'' per un certo rispetto ''è'', e che ''ciò che è'' in un certo senso ''non è'' (p. 241 D). Premesse pertanto alcune considerazioni sulle diverse scuole filosofiche e sulla loro discordia nella concezione dell’Essere, che alcuni vogliono sia uno, altri due, altri tre, e su altre divergenze (p. 243 C), si affronta la questione: che cosa è l’Essere? E si procede così: voi che ammettete che vi sieno due principî, per esempio il caldo e il freddo, l’Essere che predicate di loro, lo ammettete voi per un terzo elemento oltre i due? Allora sono tre. O li chiamate Essere tutt’e due? Allora l’Essere è uno, e comprende sotto di sè gli altri due (p. 244 A). E voi che ritenete che l’Essere sia uno, lo chiamate dunque ''Essere'' ed ''Uno'', due nomi, mentre avete detto che non ci può essere che un Essere solo. Ma non che due neanche un nome affatto si può ammettere che ''sia'', poichè o è diverso dalla cosa, e son due, o è identico, e non è niente (p. 244 D). In altre parole, dell’Uno assoluto non si può predicar niente, perchè ogni predicazione sarebbe un’altra cosa, e l’uno per tal modo diverrebbe più.<ref>Questo, osserva il {{Sc|Grote}}, ''Plato'' ecc. II<sup>2</sup> p. 436, torna al sofisma di Antistene, non potersi dire ''l’uomo è buono'' ma solo ''l’uomo è uomo''. Non pare per altro che Platone possa essere accusato di incongruenza: tutte queste argomentazioni valgono quando sia posta l’ipotesi che le idee sieno insociabili tra loro: questa ipotesi si chiarisce falsa appunto per queste assurde conseguenze.</ref> Ancora, poichè gli Eleatici identificano l’Uno col Tutto, e {{AutoreCitato|Parmenide}} attribuisce al Tutto la forma di una sfera, esso ha dunque mezzo ed estremità, quindi ha
Bisogna dunque, con tutto il rispetto, impugnare l’affermazione di {{AutoreCitato|Parmenide|Parmenide}} e cercar di dimostrare che ''ciò che non è'' per un certo rispetto ''è'', e che ''ciò che è'' in un certo senso ''non è'' (p. 241 D). Premesse pertanto alcune considerazioni sulle diverse scuole filosofiche e sulla loro discordia nella concezione dell’Essere, che alcuni vogliono sia uno, altri due, altri tre, e su altre divergenze (p. 243 C), si affronta la questione: che cosa è l’Essere? E si procede così: voi che ammettete che vi sieno due principî, per esempio il caldo e il freddo, l’Essere che predicate di loro, lo ammettete voi per un terzo elemento oltre i due? Allora sono tre. O li chiamate Essere tutt’e due? Allora l’Essere è uno, e comprende sotto di sè gli altri due (p. 244 A). E voi che ritenete che l’Essere sia uno, lo chiamate dunque ''Essere'' ed ''Uno'', due nomi, mentre avete detto che non ci può essere che un Essere solo. Ma non che due neanche un nome affatto si può ammettere che ''sia'', poichè o è diverso dalla cosa, e son due, o è identico, e non è niente (p. 244 D). In altre parole, dell’Uno assoluto non si può predicar niente, perchè ogni predicazione sarebbe un’altra cosa, e l’uno per tal modo diverrebbe più.<ref>Questo, osserva il {{Sc|Grote}}, ''Plato'' ecc. II<sup>2</sup> p. 436, torna al sofisma di Antistene, non potersi dire ''l’uomo è buono'' ma solo ''l’uomo è uomo''. Non pare per altro che Platone possa essere accusato di incongruenza: tutte queste argomentazioni valgono quando sia posta l’ipotesi che le idee sieno insociabili tra loro: questa ipotesi si chiarisce falsa appunto per queste assurde conseguenze.</ref> Ancora, poichè gli Eleatici identificano l’Uno col Tutto, e {{AutoreCitato|Parmenide|Parmenide}} attribuisce al Tutto la forma di una sfera, esso ha dunque mezzo ed estremità, quindi ha