I suicidi di Parigi/Episodio primo/XV: differenze tra le versioni

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{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[I suicidi di Parigi/Episodio primo|Episodio primo]] - XV. Un capitolo di romanzo|prec=../XIV|succ=../XVI}}
 
 
==__MATCH__:[[Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/91]]==
Le emozioni, che dalla vigilia, colpo su colpo, eransi avvalangate su Regina, l’avevano sconvolta, disfatta.
 
Questa giovane non aveva conosciuto fin lì altri fremiti
Questa giovane non aveva conosciuto fin lì altri fremiti che quelli del piacere; altre cure, che le cure della toilette; altri turbamenti, che quelli dei desiderii non per anco soddisfatti; altre sensazioni, in una parola, che le sensazioni diverse che accompagnano il compimento delle imprese della vita elegante, della vita delle feste, dell’esistenza dei favoriti della fortuna e della natura. Ora, questa sultana dei saloni aristocratici subiva, da ventiquattro ore, i dolori più strazianti, le ferite più spietate cui potevano infliggere il denigramento, il rimorso, l’insulto, l’ignominia.
==[[Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/92]]==
Questa giovane non aveva conosciuto fin lì altri fremiti che quelli del piacere; altre cure, che le cure della toilette; altri turbamenti, che quelli dei desiderii non per anco soddisfatti; altre sensazioni, in una parola, che le sensazioni diverse che accompagnano il compimento delle imprese della vita elegante, della vita delle feste, dell’esistenza dei favoriti della fortuna e della natura. Ora, questa sultana dei saloni aristocratici subiva, da ventiquattro ore, i dolori più strazianti, le ferite più spietate cui potevano infliggere il denigramento, il rimorso, l’insulto, l’ignominia.
 
Ella era sottostata al racconto di Marco di Beauvois; al perdono di suo marito; al disdegno freddo di suo cognato; alla vista commovente delle sofferenze di Alberto Dehal; a Sergio - il quale l’aveva perfino richiesta di dettagli sullo stato del suo antico rivale, quasi e’ fosse stato uno straniero! Ella aveva sofferto l’insonnio della notte; la battaglia del cuore che consigliavale di rivelar tutto a suo marito; lo stoicismo ateo del dottore di Nubo, il quale aveva riso il mattino di tutte quelle corbellerie; e l’incontro col principe, cui ella aveva dovuto vedere quel giorno istesso per informarlo di tutto ciò che era avvenuto.
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- Prova, amico mio, vediamo, io sono qui. Se non puoi, cesseremo.
==[[Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/93]]==
 
Sergio si sollevò sul suo cubito, passò la mano sulla sua fronte, e concentrossi, per raccogliere le sue idee. Infine, cominciò a dettare.
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Sergio seguilla degli occhi con ansietà. Si avrebbe potuto leggere sul suo sembiante il desiderio di richiamarla... Si astenne. Invece, sporse la mano e preso tutto il manoscritto cui Regina veniva di terminare.
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Questa ritornò tosto col the.
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- Regina! - rispose costei, lasciando cader la sua penna. Io scoppio, amico mio. O’ voglia di piangere. L’è ben triste la sorte di questa povera fanciulla.
==[[Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/95]]==
 
- Restiamone dunque lì per oggi, allora - disse Sergio. Anch’io ò il cuore gonfio. Sì, fermiamoci. Non è abbastanza per un’appendice; ma dessi aspetteranno fino a domani. Porgimi codesto foglietto ed apparecchiami un’altra tazza di the. Non desino.