Pagina:Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale (1805).djvu/48: differenze tra le versioni

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===Da Bernardo Clesio fino al Secolo XVIII.===
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{{Capolettera|T}}Roppo ci vorrebbe per descrivere tutte le gesta di Bernardo Clesio Principe, e Vescovo di Trento, Cardinale, e Ministro nella Corte Cesarea in calamitosissimi tempi, quando le eresie di Lutero, e degli Anabatisti incendiavano la Germania. Molti scrittori della Germania, e dell’ Italia, e il {{AutoreCitato|Giano Pirro Pincio|Pincio}} singolarmente, di lui scrissero con molta lode, e da noi se ne parlerà all’articolo di castel Cles, quì solo restringendoci al nostro scopo.
<big>T</big>Roppo ci vorrebbe per descrivere tutte le gesta di Bernardo Clesio
Principe , e Vescovo di Trento , Cardinale , e Ministro nella Corte Cesarea in
calamitosissimi tempi , quando le eresie di Lutero , e degli Anabatisti
incendiavano la Germania. Molti scrittori della Germania , e dell’ Italia , e il
Pincio singolarmente , di lui scrissero con molta lode , e da noi se ne
parler&agrave; all’articolo di castel Cles , qu&igrave; solo restringendoci al nostro scopo.


Principi&ograve; Bernardo il suo governo nel 1515 con raccorre diverse
Principiò Bernardo il suo governo nel 1515 con raccorre diverse constituzioni ecclesiastiche per la buona direzione della sua diocesi, e le
pubblicò. Indi passò in Germania ad assistere come Ministro alla Corte Sovrana. Ma scoppiata la guerra rustica, che nel 1525 dalla Svevia si dilatò anche nel Tirolo, dove furono saccheggiate diverse prelature, e spogliata
constituzioni ecclesiastiche per la buona direzione della sua diocesi , e le
la commenda provinciale di Bolzano, il Vescovo nel mese di Aprile dello stesso anno volò in Trento per mettere al sicuro il suo Principato, e ritrovando tutto d’ intorno tumultuante diede la custodia della città a Giorgio Frunsberg. L’ epidemia delle rustiche sollevazioni era già penetrata nel paese. Il Vescovo con dolci maniere procurava di calmare i furori dei deliranti, e rimettere, e conservare il buon ordine. Ma le dolci maniere con rustici avidi di rapine non giovano sempre. Essi si ostinarono per rovesciare ogni buon governo, saccheggiare, e introdurre un governo popolare, e l’ anarchia; onde il Vescovo si ritirò in Riva, e in Trento si venne alle armi, e il granajo del Capitolo fu saccheggiato, il desiderio di preda essendo il principal motore di questi tumultuanti. I rustici del Trentino invitarono anche le Valli circonvicine, e nelle Valli di Non, e Sole trovarono gran seguito; perchè, come scrive il Pincio,
pubblic&ograve;. Indi pass&ograve; in Germania ad assistere come Ministro alla Corte
<ref>Lib. IX. pag. 68.</ref>
Sovrana. Ma scoppiata la guerra rustica , che nel 1525 dalla Svevia si dilat&ograve;
pochi furono quelli, che non si unirono alla ribellione. I rustici però per procedere con maturità di consiglio si radunarono in Marano , e vi tennero le loro sessioni. Ma anche il Vescovo, che prevedeva qualche eccidio della città, maneggiò coi Principi vicini per la difesa. I rustici presi da timore dimostrandosi ravveduti supplicarono il Vescovo di far ritorno alla sua residenza. E per quanto alle loro pretese ricorsero all’ Arciduca Ferdinando implorando soccorso, e protezione. L’ Arciduca desideroso di metter pace spedì nelle Valli dei
anche nel Tirolo , dove furono saccheggiate diverse prelature , e spogliata
commissarj per rilevare i gravami, ed indisse una dieta provinciale in Innsbruck, alla quale presiedette egli stesso. Riconfermò in essa i primieri governi raccomandando, che reggessero con umanità, come padri, e furono estesi alcuni articoli a sollievo de’ contadini, e deputati commissarj per promuovere i fatti stabilimenti, e ricevere da’ rustici un nuovo giuramento di
la commenda provinciale di Bolzano , il Vescovo nel mese di Aprile dello
stesso anno vol&ograve; in Trento per mettere al sicuro il suo Principato , e
ritrovando tutto d’ intorno tumultuante diede la custodia della citt&agrave; a
Giorgio Frunsberg. L’ epidemia delle rustiche sollevazioni era gi&agrave; penetrata nel
paese. Il Vescovo con dolci maniere procurava di calmare i furori dei
deliranti , e rimettere , e conservare il buon ordine. Ma le dolci maniere con
rustici avidi di rapine non giovano sempre. Essi si ostinarono per rovesciare
ogni buon governo , saccheggiare , e introdurre un governo popolare , e
l’ anarchia ; onde il Vescovo si ritir&ograve; in Riva , e in Trento si venne alle
armi , e il granajo del Capitolo fu saccheggiato , il desiderio di preda essendo
il principal motore di questi tumultuanti. I rustici del Trentino
invitarono anche le Valli circonvicine , e nelle Valli di Non , e Sole trovarono
gran seguito ; perch&egrave; , come scrive il Pincio ,
<ref>
Lib. IX. pag. 68.
</ref>
pochi furono quelli , che
non si unirono alla ribellione. I rustici per&ograve; per procedere con maturit&agrave;
di consiglio si radunarono in Marano , e vi tennero le loro sessioni. Ma
anche il Vescovo , che prevedeva qualche eccidio della citt&agrave; , maneggi&ograve; coi
Principi vicini per la difesa. I rustici presi da timore dimostrandosi ravveduti
supplicarono il Vescovo di far ritorno alla sua residenza. E per quanto
alle loro pretese ricorsero all’ Arciduca Ferdinando implorando soccorso ,
e protezione. L’ Arciduca desideroso di metter pace sped&igrave; nelle Valli dei
commissarj per rilevare i gravami , ed indisse una dieta provinciale in
Innsbruck , alla quale presiedette egli stesso. Riconferm&ograve; in essa i primieri
governi raccomandando , che reggessero con umanit&agrave; , come padri , e furono
estesi alcuni articoli a sollievo de’ contadini , e deputati commissarj per
promuovere i fatti stabilimenti , e ricevere da’ rustici un nuovo giuramento di