Il Re Travicello: differenze tra le versioni
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{{Intestazione letteratura | Nome e cognome dell'autore = Giuseppe Giusti
| Titolo = Il Re Travicello
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<poem>
Al Re Travicello
piovuto ai ranocchi,
mi levo il cappello
{{R|4}}e piego i ginocchi;
lo predico anch'io
cascato da Dio:
oh comodo, oh bello
{{R|8}}un Re Travicello!
Calò nel suo regno
con molto fracasso;
le teste di legno
{{R|12}}fan sempre del chiasso:
ma subito tacque,
e al sommo dell'acque
rimase un corbello
{{R|16}}il Re Travicello.
Da tutto il pantano
veduto quel coso,
«È questo il Sovrano
{{R|20}}così rumoroso?»
(s'udì gracidare).
«Per farsi fischiare
fa tanto bordello
{{R|24}}un Re Travicello?
Un tronco piallato
avrà la corona?
O Giove ha sbagliato,
{{R|28}}oppur ci minchiona:
sia dato lo sfratto
al Re mentecatto,
si mandi in appello
{{R|32}}il Re Travicello».
Tacete, tacete;
lasciate il reame,
o bestie che siete,
{{R|36}}a un Re di legname.
Non tira a pelare,
vi lascia cantare,
non apre macello
{{R|40}}un Re Travicello.
Là là per la reggia
dal vento portato,
tentenna, galleggia,
{{R|44}}e mai dello Stato
non pesca nel fondo:
che scienza di mondo!
che Re di cervello
{{R|48}}è un Re Travicello!
Se a caso s'adopra
d'intingere il capo,
vedete? di sopra
{{R|52}}lo porta daccapo
la sua leggerezza.
Chiamatelo Altezza,
ché torna a capello
{{R|56}}a un Re Travicello.
Volete il serpente
che il sonno vi scuota?
Dormite contente
{{R|60}}costì nella mota,
o bestie impotenti:
per chi non ha denti,
è fatto a pennello
{{R|64}}un Re Travicello!
Un popolo pieno
di tante fortune,
può farne di meno
{{R|68}}del senso comune.
Che popolo ammodo,
che Principe sodo,
che santo modello
{{R|72}}un Re Travicello!
</poem>
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