Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu/146: differenze tra le versioni

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che v’erano da ogni lato, prometteano di rallegrare ad ogni pausa la cena: era insomma un convito d’amore.


S’alzò il vecchio; e con riverente cordialità m’accoglieva, e pregavami ch’io sedessi a desco con loro (il mio cuore, al primo entrar nella stanza, vi s’era già seduto da sé). Mi vi posi come figliuolo di casa; e, per assumerne quanto piú presto io poteva il carattere, richiesi il vecchio del suo coltello, e mi tagliai una fetta di quel pane; e allor tutti gli occhi mi significarono il benvenuto; ed all’oneste accoglienze di quegli sguardi erano misti i ringraziamenti del non averne io dubitato.


Fu egli questo? (o Natura! dimmelo tu), o fu egli alcun altro il motivo che mi condiva si saporitamente quel pane? o per quale incantesimo ogni sorso del vino, ch’io attingeva da quel loro fiasco, m’imbalsamava di tal voluttà, che io la sento fino a quest’oggi sul mio palato?
che v’erano da ogni lato, prometteano di rallegrare ad ogni
pausa la cena: era insomma un convito d’amore.


E s’ebbi cara la cena, assai piú care mi riescirono le grazie che se ne resero al cielo.
S’alzò il vecchio; e con riverente cordialitá m’accoglieva,
e pregavami ch’io sedessi a desco con loro (il mio cuore, al
primo entrar nella stanza, vi s’era giá seduto da sé). Mi vi
posi come figliuolo di casa; e, per assumerne quanto piú presto
io poteva il carattere, richiesi il vecchio del suo coltello, e mi
tagliai una fetta di quel pane; e allor tutti gli occhi mi significarono il benvenuto; ed all’oneste accoglienze di quegli sguardi
erano misti i ringraziamenti del non averne io dubitato.


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Fu egli questo? (o Natura! dimmelo tu), o fu egli alcun
{{Ct|c=t2|LE GRAZIE}}
altro il motivo che mi condiva si saporitamente quel pane? o
Però che il vecchio picchiò del manico del suo coltello sul desco, e fu a tutti segnale che s’allestissero al ballo.
per quale incantesimo ogni sorso del vino, ch’io attingeva da
quel loro fiasco, m’imbalsamava di tal voluttá, che io la sento
fino a quest’oggi sul mio palato?


E le fanciulle e le donne corsero in fretta alle prossime camere a rannodarsi le trecce; e i giovinotti presso la porta a ripulirsi il viso nella fontana, ed a sbrogliarsi de’ loro ''sabots''<ref>Specie di zoccoli [F.].</ref>, né vi fu chi in tre minuti non si trovasse già bello e lesto sull’aiuola dinanzi alla casa. Il padre di famiglia e la sua donna uscirono ultimi; e mi posero a sedere, in mezzo a lor due, sopra un sofà d’erba accanto alla porta.
E s’ebbi cara la cena, assai piú care mi riescirono le grazie
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che se ne resero al cielo.

LXVIII

LE GRAZIE

Però che il vecchio picchiò del manico del suo coltello sul
desco, e fu a tutti segnale che s’allestissero al ballo.

E le fanciulle e le donne corsero in fretta alle prossime
camere a rannodarsi le trecce; e i giovinotti presso la porta a
ripulirsi il viso nella fontana, ed a sbrogliarsi de’ loro sabotsW’,
né vi fu chi in tre minuti non si trovasse giá bello e lesto
sull’aiuola dinanzi alla casa. Il padre di famiglia e la sua donna
uscirono ultimi; e mi posero a sedere, in mezzo a lor due, sopra
un sofá d’erba accanto alla porta.

(i) Specie di zoccoli [F.].