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di Napoleone nelle sue campagne trionfali, gl’italiani, anche sotto la spinta dell’emulazione, fecero prodigi di valore, in specie nelle campagne di Spagna e di Russia. Nella campagna del 1811 in Spagna la divisione italiana comandata prima dal generale {{Wl|Q6700037|Peyri}}, poi dal generale {{Wl|Q50333874|Palombini}}, si coperse di gloria. Dopo la caduta di Tarragona, dove il granatiere Bianchini il 18 giugno volle salir primo all’assalto e cadde sulla breccia crivellato di ferite, i marescialli {{Wl|Q298784|Macdonald}} e {{Wl|Q316518|Suchet}} chiesero ciascuno per sè la divisione italiana. {{Sc|{{Wl|Q517|Napoleone}}}}, in un giorno solenne di udienza in uno degli ultimi giorni di agosto di quello stesso anno, rivolto ad Aldini, a Marescalchi e a Tassoni che assistevano, disse loro: «Due miei marescialli gareggiano per ritenere sotto i proprii ordini la divisione italiana; io la lascio a Suchet che ha molto più grandi cose a fare che Macdonald. ''Gl’Italiani torneranno un giorno a divenire i primi soldati d’Europa.'' Dite al Vicerè che sono molto contento del mio bravo esercito italiano» ({{Wl|Q541446|De Laugier}}, ''Fasti e vicende dei popoli italiani dal 1801 al 1815,'' to. X, Firenze, 1836, pag. 43 - Aless. Zanoli, ''Sulla milizia cisalpino-italiana, cenni storico-statistici dal 1796 al 1814,'' vol. II, Milano, 1845, pag. 145). Altri riportano le parole di Napoleone in quest’altra forma che è la più nota:
di Napoleone nelle sue campagne trionfali, gl’italiani, anche sotto la spinta dell’emulazione, fecero prodigi di valore, in specie nelle campagne di Spagna e di Russia. Nella campagna del 1811 in Spagna la divisione italiana comandata prima dal generale {{Wl|Q6700037|Peyri}}, poi dal generale {{Wl|Q50333874|Palombini}}, si coperse di gloria. Dopo la caduta di Tarragona, dove il granatiere Bianchini il 18 giugno volle salir primo all’assalto e cadde sulla breccia crivellato di ferite, i marescialli {{Wl|Q298784|Macdonald}} e {{Wl|Q316518|Suchet}} chiesero ciascuno per sè la divisione italiana. {{Sc|{{Wl|Q517|Napoleone}}}}, in un giorno solenne di udienza in uno degli ultimi giorni di agosto di quello stesso anno, rivolto ad Aldini, a Marescalchi e a Tassoni che assistevano, disse loro: «Due miei marescialli gareggiano per ritenere sotto i proprii ordini la divisione italiana; io la lascio a Suchet che ha molto più grandi cose a fare che Macdonald. ''Gl’Italiani torneranno un giorno a divenire i primi soldati d’Europa.'' Dite al Vicerè che sono molto contento del mio bravo esercito italiano» ({{Wl|Q541446|De Laugier}}, ''Fasti e vicende dei popoli italiani dal 1801 al 1815,'' to. X, Firenze, 1836, pag. 43 - Aless. Zanoli, ''Sulla milizia cisalpino-italiana, cenni storico-statistici dal 1796 al 1814,'' vol. II, Milano, 1845, pag. 145). Altri riportano le parole di Napoleone in quest’altra forma che è la più nota:


{{Cld|1868|Gli Italiani saranno un giorno i primi soldati d’Europa.}}
{{Cld
|1868
|Gli Italiani saranno un giorno i primi soldati d’Europa.}}


Si ricordi anche la frase di {{Sc|{{Wl|Q539|Garibaldi}}}} (già citata al num. 946): ''La pianta uomo in Italia non nasce seconda a nessuno.''
Si ricordi anche la frase di {{Sc|{{Wl|Q539|Garibaldi}}}} (già citata al num. 946): ''La pianta uomo in Italia non nasce seconda a nessuno.''