Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/335: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Riletta
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
Pag. {{Pg|53}}, v. 6. - <section begin="9" /><i>Della terra... all’umbilico</i>, cioè al lempio di Apollo in Delfo, che era consideralo come il centro (ὀμφαλός=umbilico) della terra.<section end="9" />
Pag. {{Pg|65}}, v. 1. - <section begin="10" /><i>Erettidi</i> sono gli Ateniesi, cosí chiamati da Erettèo, loro leggendario sovrano.
<section end="10" />


Pag. {{Pg|65}}. vv. 8-9. - <section begin="11" /><i>Le nove Muse Armonia generò</i>. Veramente la tradizione comune fa le Muse figlie di Giove e di Mnemosine e le fa nascere nella Pieria. Euripide, invece, le fa nascere nell’Attica per adulare i suoi ascoltatori<section end="11" />.


Pag. {{Pg|66}}, v. 1. - <section begin="12" /> <i>I sacri rivi</i> sono il Cefiso e Illisso. Pag. 85, v. 12. - Una lizza di sei plettri: lo stadio era formato di 6 plettri di 100 piedi ciascuno, pari a circa 184 metri.<section end="12" />
Pag. {{Pg|53}}, v. 6. <section begin="9" />''Della terra... all’umbilico'', cioè al lempio di Apollo in Delfo, che era consideralo come il centro (ὀμφαλός=''umbilico'') della terra.<section end="9" />


Pag. {{Pg|65}}, v. 1. <section begin="10" />''Erettidi'' sono gli Ateniesi, cosí chiamati da Erettèo, loro leggendario sovrano.<section end="10" />
Pag.{{Pg|90}}. v. 6. - <section begin="13" />La leggenda narra che Ino e il marito di lei Atamante impazzirono per l’ira di Giunone contro loro, che avevano allevato il fanciullo Diòniso. In conseguenza di tale pazzia, uccisero i loro figli: Atamante uccise il maggiore. Learco, e Ino precipitò col minore. Melicerta, nel mare. Qui per altro Euripide allude a un’altra versione della leggenda, secondo la quale Ino avrebbe, prima di gettarsi in mare, uccisi i suoi figliuoli, come aveva fatto Medea.<section end="13" />


Pag.{{Pg|93}}, v. 21. - <section begin="14" /><i>Il tuo germano</i>. Absinto; cfr. p. 27, v. 23.<section end="14" />
Pag. {{Pg|65}}. vv. 8— 9. <section begin="11" />''Le nove Muse Armonia generò''. Veramente la tradizione comune fa le Muse figlie di Giove e di Mnemosine e le fa nascere nella Pieria. Euripide, invece, le fa nascere nell’Attica per adulare i suoi ascoltatori<section end="11" />.


Pag. {{Pg|66}}, v. 1. — <section begin="12" /> ''I sacri rivi'' sono il Cefiso e Illisso.
Pag. 97, v. 2. - <section begin="15" /><i>Sacrario d’Era</i>. È il tempio d’Era che, secondo lo scoliaste di Euripide e secondo Pausania, sorgeva su l’Acropoli di Corinto; altri intende il tempio d’Era che sorgeva sul promontorio cTie prendeva da esso il nome.<section end="15" />


Pag.{{Pg|97}}. v. 5. - <section begin="16" />Questo suol di Sisifo, perché, secondo la leggenda, in Corinto regnavano i discendenti di Sisifo; cfr. p. 39, v. 16.<section end="16" />
Pag. {{Pg|85}}, v. 12. ''Una lizza di sei plettri'': lo stadio era formato di 6 plettri di 100 piedi ciascuno, pari a circa 184 metri.<section end="12" />


Pag.{{Pg|90}}. v. 6. <section begin="13" />La leggenda narra che Ino e il marito di lei Atamante impazzirono per l’ira di Giunone contro loro, che avevano allevato il fanciullo Diòniso. In conseguenza di tale pazzia, uccisero i loro figli: Atamante uccise il maggiore, Learco, e Ino precipitò col minore, Melicerta, nel mare. Qui per altro Euripide allude a un’altra versione della leggenda, secondo la quale Ino avrebbe, prima di gettarsi in mare, uccisi i suoi figliuoli, come aveva fatto Medea.<section end="13" />
Pag. {{Pg|97}}, v. 8. - <section begin="17" />Alla terra d’Erettèo, ad Atene; cfr. p. 65. v. I,<section end="17" />

Pag.{{Pg|93}}, v. 21. — <section begin="14" />''Il tuo germano''. Absinto; cfr. p. 27, v. 23.<section end="14" />

Pag. 97, v. 2. <section begin="15" />''Sacrario d’Era''. È il tempio d’Era che, secondo lo scoliaste di Euripide e secondo Pausania, sorgeva su l’Acropoli di Corinto; altri intende il tempio d’Era che sorgeva sul promontorio che prendeva da esso il nome.<section end="15" />

Pag.{{Pg|97}}. v. 5. — <section begin="16" />''Questo suol di Sisifo'', perché, secondo la leggenda, in Corinto regnavano i discendenti di Sisifo; cfr. p. 39, v. 16.<section end="16" />

Pag. {{Pg|97}}, v. 8. <section begin="17" />''Alla terra d’Erettèo'', ad Atene; cfr. p. 65. v. 1.<section end="17" />
{{Ct|f=125%|t=2|v=1|NOTE ALL’«ALCESTI»}}
{{Ct|f=125%|t=2|v=1|NOTE ALL’«ALCESTI»}}
Pag. {{Pg|122}}, v. 6. - <section begin="1" />Perché me non contamini il contagio; la contaminazione, cioè, derivante dalla presenza di un morto nella casa; ed è appunto perciò che davansi alle case visitate dalla morte si poneva un vaso ripieno d’acqua, affinché i visitatori potessero, lavandosi, purificarsi. Cfr. pag. 128, vv. 7-9.<section end="1" />
Pag. {{Pg|122}}, v. 6. <section begin="1" />''Perché me non contamini il contagio'': la contaminazione, cioè, derivante dalla presenza di un morto nella casa; ed è appunto perciò che {{ec|davansi|davanti}} alle case visitate dalla morte si poneva un vaso ripieno d’acqua, affinché i visitatori potessero, lavandosi, purificarsi. Cfr. pag. 128, vv. 7— 9.<section end="1" />