Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/263: differenze tra le versioni

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 {{R|4}}chéd ella non è folle né musarda.
 A Gelosia, che mal fuoco l’arda,
-fa ’l somigliante, se la può’ vedere:
+fa ’l somigliante, se la puo’ vedere:
 largo prometti a tutte de l’avere,
-{{R|8}}ma ’l pagamento il piú che può’ lo tarda.
+{{R|8}}ma ’l pagamento il piú che puo’ lo tarda.
      E se lor doni, dona gioelletti,
 be’ covriceffi e reti e ’ntrecciatoi
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 {{Ms|7}}<poem>
      «Se non hai che donar, fa gran promessa
-si com’i’ t’ho contato qui davanti,
+sí com’i’ t’ho contato qui davanti,
 giurando loro Iddio e tutti i Santi
 {{R|4}}ed anche il sacramento della messa,
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 tanto darai lor fiorini e bisanti!
 Di pianger vo’ che faccie gran sembianti,
-{{R|8}}dicendo che non può’ viver sanz’essa.
+{{R|8}}dicendo che non puo’ viver sanz’essa.
      E se tu non potessi lagrimare,
 fa che tu aggie sugo di cipolle
-{{R|11}}1 o di scalogni, e faránnolti fare:
+{{R|11}}o di scalogni, e faránnolti fare:
 o di scialiva gli occhi tu te ’mmolle,
 s’ad altro tu non può’ ricoverare.
-{{R|14}}*4 E cosí vo’ che ciascheduna bolle.»
+{{R|14}}E cosí vo’ che ciascheduna bolle.»
 </poem>