Pagina:Emma Perodi - Roma italiana, 1870-1895.djvu/369: differenze tra le versioni
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centro si vedeva lavorata a rilievo la testa del Redentore. La Regina di Spagna non si mostrò neppur essa indifferente alle premure del Pontefice per il mantenimento della pace. Ella scrissegli una lettera affettuosissima e lo pregò di far uso delle sue prerogative sovrane investendo del Toson d’oro il cardinal {{Wl|Q549462|Lodovico Jacobini}}, segretario di Stato. |
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Il Papa |
Il Papa compì la cerimonia con grandissima pompa e poco dopo inviava alla regina Cristina il premio della virtù, la famosa rosa d’oro. Questo dono era consegnato al nuovo arcivescovo di Madrid, inalzato a quella dignità nel concistoro di maggio, nel quale furono creati cardinali i monsignori Theodoli, Mazella, Langenieux, Place, Gibbons, Bernardon e Taschereaux. Il dono consisteva in una pianta di rose nella quale si contavano nove fiori, quattordici bocci, e cento foglie. La rosa principale era al vertice e conteneva il balsamo e il muschio come vuole la tradizione. Lo stelo era collocato in un vaso d’argento dorato con due angioletti al posto delle anse. Nel centro vi era l’effige di Santa Cristina, e la dedica da un lato. |
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Tutte queste tenerezze verso i sovrani stranieri inasprivano il conflitto fra la Santa Sede e l’Italia. |
Tutte queste tenerezze verso i sovrani stranieri inasprivano il conflitto fra la Santa Sede e l’Italia. |
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Il Fazzari dovendo fare un programma elettorale, mise per base la conciliazione fra la Chiesa e lo Stato, e |
Il {{Wl|Q3604364|Fazzari}} dovendo fare un programma elettorale, mise per base la conciliazione fra la Chiesa e lo Stato, e pubblicò quella lettera nel ''Corriere di Roma'', giornale moderato, che il primo gennaio era stato fondato qui da {{Wl|Q3719666|Edoardo Scarfoglio}} e da {{AutoreCitato|Matilde Serao|Matilde Serao}}. |
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Quel programma era una magnifica utopia, ma mancava di base. È possibile che i rapporti fra l’Italia e la Santa Sede sieno più o meno tesi, secondo qual vento spira a palazzo Braschi e in Vaticano, ma la conciliazione non è possibile |
Quel programma era una magnifica utopia, ma mancava di base. È possibile che i rapporti fra l’Italia e la Santa Sede sieno più o meno tesi, secondo qual vento spira a palazzo Braschi e in Vaticano, ma la conciliazione non è possibile finchè il Papa non cessa dal rivendicare il potere temporale. |
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A Roma e in Italia si parlò molto della proposta Fazzari, accolta bene dalla gente desiderosa di veder cessare il dissidio; alcuni giornali la sostennero, ma il Governo continuò a battere la |
A Roma e in Italia si parlò molto della proposta Fazzari, accolta bene dalla gente desiderosa di veder cessare il dissidio; alcuni giornali la sostennero, ma il Governo continuò a battere la strada opposta. |
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strada opposta. |
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Uno degli ultimi atti della Camera moritura era stato il sanzionamento della legge per il riconoscimento giuridico delle Società di Mutuo Soccorso; contro quella legge avevano parlato specialmente due deputati socialisti: il Costa e il Majocchi; in favore molti, fra cui l’on. Sbarbaro, che era nel suo campo. |
Uno degli ultimi atti della Camera moritura era stato il sanzionamento della legge per il riconoscimento giuridico delle Società di Mutuo Soccorso; contro quella legge avevano parlato specialmente due deputati socialisti: il Costa e il Majocchi; in favore molti, fra cui l’on. Sbarbaro, che era nel suo campo. |
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La commissione per il monumento a Garibaldi fu sin dal principio dell’anno affidata allo scultore Gallori, ed egli era |
La commissione per il monumento a Garibaldi fu sin dal principio dell’anno affidata allo scultore {{Wl|Q3724407|Gallori}}, ed egli era così infervorato del suo lavoro che sperava poterlo ultimare e consegnare in breve tempo; invece quanti anni dovevano passare prima che la statua sorgesse sul Gianicolo! Quella stessa sorte è toccata a tanti altri lavori iniziati in quel tempo, come il Palazzo della Banca Nazionale e il Quartiere di San Cosimato, per il quale fu concluso nel 1886 una convenzione fra il Municipio e la Compagnia Fondiaria Italiana. |
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Il duca Torlonia in mezzo alle occupazioni gravi che gli procuravano il Municipio e la Camera, non aveva rinunziato alla vita elegante. In quell’inverno era a Roma donna Eleonora, figlia del principe Monroy di Belmonte; il duca la conobbe all’ambasciata di Germania, la incontrò in altri ricevimenti e fu ammaliato dalla soavità delle maniere della vaga fanciulla siciliana. Ai primi di aprile i due giovani erano fidanzati. Appena questa notizia fu conosciuta a Roma, il duca |
Il duca Torlonia in mezzo alle occupazioni gravi che gli procuravano il Municipio e la Camera, non aveva rinunziato alla vita elegante. In quell’inverno era a Roma donna Eleonora, figlia del principe Monroy di Belmonte; il duca la conobbe all’ambasciata di Germania, la incontrò in altri ricevimenti e fu ammaliato dalla soavità delle maniere della vaga fanciulla siciliana. Ai primi di aprile i due giovani erano fidanzati. Appena questa notizia fu conosciuta a Roma, il duca ricevè le congratulazioni del Consiglio comunale e la Regina volle conoscere la promessa sposa, che era figlia di una sua dama, e le fu presentata dalla principessa di Ottaiano. |
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Grandi preparativi furono fatti in casa Torlonia per ricevere la sposa. Il duca affidò al pittore Piatti l’incarico di abbellire il quartiere di donna Eleonora, |
Grandi preparativi furono fatti in casa Torlonia per ricevere la sposa. Il duca affidò al pittore Piatti l’incarico di abbellire il quartiere di donna Eleonora, affinchè ella, assuefatta al fasto e {{Pt|all’ele-|}} |