Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/378: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
(Nessuna differenza)

Versione delle 15:15, 25 ott 2021

pergamena. Le lacerature cominciano coll’odierno foglio 144; dal 160 in poi si va di male in peggio». 2) Il Riccardiano 1729 (F), appartenente alla fine del sec. XV. È miscellaneo, tutto d’una mano: il primo testo è un Fior di virtú, seguono vari trattati morali di minore importanza, e finalmente, al f. 93 a, comincia il Tristano , con cui il ms. termina. Fino al f. 180, il testo, pur con abbreviazioni ed omissioni, è affine a quello di R (fino al I. 69); poi il copista lascia in asso il racconto, saltando all’ultima parte di esso, cioè alla morte di Tristano (la quale, invece, in R non si trova, perché, ripeto, esso è mutilo). 3) Il Panciatichiano 33 (P), bel membranaceo del sec. XIV, «che contiene una raccolta, in gran parte frammentaria, di narrazioni del ciclo di Artú, messa insieme da un unico e laborioso compilatore». Al f. 39 b comincia il nostro Tristano, fedele, nel fondo e nella forma (nonostante certi arbitrii e molte abbreviazioni), alla tradizione di R fino all’andata di Tristano nella Piccola Brettagna. La guerra del conte d’Agippi e le nozze con Isotta dalle bianche mani sono invece appena indicate, e da quel punto in poi le tracce di R non si trovano piú. Notevole, fra i tratti non comuni, quello relativo al ritorno di Tristano in Cornovaglia e alla sua morte (f. 271 e sgg.) che il Parodi, da noi seguilo, pubblica a mo’ d’appendice, come utile complemento della tradizione R. 4) Il Palatino E. 5. 4. 47 (L), bellissimo codice membranaceo scritto nel 1446. Attinge (con aggiunte ed arbitrii del rifacitore) ora alla tradizione R, ora a quella della Tavola Ritonda edita dal Polidori; i due testi «sono contaminati in modo molto curioso, compenetrati, quasi direi, l’uno nell’altro». Come il Parodi dimostra, il cod. R «è il piú compiuto, e il solo che fornisca un testo accettabile; gli altri, per quanto ci è dato giudicare, non vanno piú oltre che esso non vada, e sono alterati in mille medi». Il piú importante ms. dopo R (non il piú fedele, che, in complesso, è F) è P, che in qualche tratto si conserva vicinissimo a R, ma spesso presenta un colorito piú moderno, abbreviazioni ed arbitrii. Per quanto si riferisce alla fine del romanzo (che, ripeto, non è in R quale ora lo abbiamo), il Parodi giustamente opina che F risalga alla stessa fonte che il resto, mentre è da escludere