Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/367: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:14, 25 ott 2021

APPENDICE 4 Molto grand’è l’alegrezza e il sollazzo che Tristan fé’ colla gentil reina; e tutta quella notte in braccio in braccio, tutta la notte insino a la mattina; ché lo re Marco non dá loro impaccio. Tristano istá co la rosa di spina: ché lo re Marco non ne sa niente che Tristano vi fosse, o sua gente. 5 Or venne a giorno che messer Tristano colla reina Ysotta sollazzava: sonava una viuola molto piano messer Tristano, ed Ysotta ballava. Cosi passando Abbruno villano udí il suono, e a l’uscio si fermava; e quando vidde quel Tristan piacente, egli n’andò al re immantanente. 6 E si gli disse: «Nobile Signore, Tristano è in zambra con madonna Ysotta; e sta co Ile’ in diletto e in amore, e di vostra corona e’ non fa dotta». E quando il re l’udi, cangiò il colore, e gran dolore egli n’ebe alotta; e disse: «Lasso, la mia vita grava! 10 veggio ben che Tristan non m’amava». 7 E lo re Marco giá non fece resta: andò a la camera e vidde Tristano; e mise gl’occhi per una finestra, colla lancia gli die’ un colpo villano. Tristan, fedito a la parte sinestra, isbigottito cadde a mano a mano; 11 re, veggendo eh’è Tristan fedito, subitamente da lui fu partito.