Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/366: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:14, 25 ott 2021

LA MORTE DI TRISTANO (CANTARE DEL SEC. XIV) Po’ che e’ fu al castello arrivato, l’amor Io strigne e forte lo travaglia, peroch’egl’era molto tempo stato senza Ysotta veder — se Dio mi vaglia—■. Ed un messaggio si ebe inviato, che vada a Tintoli in Cornovaglia: sicché non può piú la pena patire che e’ non mandi a la reina a dire. 2 E quando la reina questo intese, che Tristan era in quelle contrade, per un messaggio rispuose palese che egli andasse a lei in veritade. Sicché Tristan per Io cammin si mise, tanto che e’ fu dentro a la cittade, sicché uom del mondo noi sa e noi sente se non Ysotta dal viso piacente. 3 Quando rnesser Tristano andò a sua amanza, non portò l’armadura suo sovrana, se non la spada ed anche la suo lanza che gl’avie dato la fata Morgana: che la portò con seco per certanza, ch’era fatata e cotanta villana. Giunse Tristano a Ysotta fiorita con quella lancia che i tolse la vita.