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Per sollevare la travagliata popolazione operaia, si pensò di fare grandi feste nel mese di maggio. Vi doveva essere a Tor di Quinto la inaugurazione della gara nazionale del tiro a segno, le corse, per le quali il Municipio aveva assegnato un premio di 100,000 lire e la mostra della Città di Roma nel palazzo delle Belle Arti.
Per sollevare la travagliata popolazione operaia, si pensò di fare grandi feste nel mese di maggio. Vi doveva essere a Tor di Quinto la inaugurazione della gara nazionale del tiro a segno, le corse, per le quali il Municipio aveva assegnato un premio di 100,000 lire e la mostra della Città di Roma nel palazzo delle Belle Arti.


A riunir premi per la gara si adoprava specialmente un comitato di signore presiedute dalla marchesa Gravina, moglie del Prefetto. Quel comitato, che teneva le sue adunanze al palazzo Valentini, lavorò davvero con impegno, e la marchesa seppe dar prova del suo tatto squisito, dirigendo le discussioni. Della esposizione si occupava un comitato speciale di cui era anima il comm. Guglielmo Castellani. Ma intanto che con questo palliativo cercavasi di dar lavoro ai disoccupati, il Comune languiva. I consiglieri Baccarini, Baccelli e Grimaldi andarono dal Presidente del Consiglio per indurlo a dire in quale misura avrebbe concorso il Governo nel rialzare le sorti di Roma, e dopo si adunarono insieme con altri consiglieri al palazzo Sciarra, deliberando d’invitare l’on. Crispi a concretare i provvedimenti prima che la Camera prendesse le vacanze.
A riunir premi per la gara si adoprava specialmente un comitato di signore presiedute dalla marchesa Gravina, moglie del Prefetto. Quel comitato, che teneva le sue adunanze al palazzo Valentini, lavorò davvero con impegno, e la marchesa seppe dar prova del suo tatto squisito, dirigendo le discussioni. Della esposizione si occupava un comitato speciale di cui era anima il comm. {{Wl|Q3778891|Guglielmo Castellani}}. Ma intanto che con questo palliativo cercavasi di dar lavoro ai disoccupati, il Comune languiva. I consiglieri Baccarini, Baccelli e Grimaldi andarono dal Presidente del Consiglio per indurlo a dire in quale misura avrebbe concorso il Governo nel rialzare le sorti di Roma, e dopo si adunarono insieme con altri consiglieri al palazzo Sciarra, deliberando d’invitare l’on. Crispi a concretare i provvedimenti prima che la Camera prendesse le vacanze.


Era difficile che il presidente del Consiglio in quel momento potesse rivolgere il pensiero a Roma esclusivamente. Per tutto in Italia si preparavano moti per il 1° maggio e il Governo doveva prevenire disordini. Esso aveva proibito la festa operaia, e il Maffi interrogo subito alla Camera il Crispi, come ministro dell’interno. Nell’assenza di lui rispose il sotto-segretario di Stato, on. Fortis, sostenendo l’operato del Governo. In bocca a un uomo che fino a poco prima aveva fatto parte della frazione spinta della Camera, quelle parole fecero un curioso effetto e sollevarono molti comenti.
Era difficile che il presidente del Consiglio in quel momento potesse rivolgere il pensiero a Roma esclusivamente. Per tutto in Italia si preparavano moti per il 1° maggio e il Governo doveva prevenire disordini. Esso aveva proibito la festa operaia, e il Maffi interrogo subito alla Camera il Crispi, come ministro dell’interno. Nell’assenza di lui rispose il sotto-segretario di Stato, on. Fortis, sostenendo l’operato del Governo. In bocca a un uomo che fino a poco prima aveva fatto parte della frazione spinta della Camera, quelle parole fecero un curioso effetto e sollevarono molti comenti.