Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/5: differenze tra le versioni

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PREFAZIONE

AL TOMO IX DELLA PRIMA EDIZIONE (i)
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Coitali ragioni mi abbiano determinato a non entrar nella Storia della Letteratura del nostro corrente
{{Ct|f=120%|v=1|AL TOMO IX DELLA PRIMA EDIZIONE<ref>Il tomo {{Sc|ix}} della prima edizione, a cui questa Prefazione fu premessa, conteneva le Giunte e le Correziuni a tutti i tomi precedenti. Queste insieme con più altre sono state ora inserite a’ loro luoghi opportuni; e perciò si dà qui questa Prefazione, perchè nulla manchi a questa edizione di ciò ch’era nella prima (''Nota alla seconda edizione di Modena'').</ref>}}
secolo, già si è per me accennato nella prefazione al
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tomo VIII di questa mia opera, nè fa bisogno di qui
{{xxx-larger|Q}}{{Sc|uali}} ragioni mi abbiano determinato a non entrar nella Storia della Letteratura del nostro corrente secolo, già si è per me accennato nella prefazione al tomo {{Sc|viii}} di questa mia opera, nè fa bisogno di qui ripeterle, o di svolgerle più lungamente. Ampio e luminoso argomento sarà al certo, per chi vorrà a tempo opportuno trattarlo, lo stato della letteratura italiana ne’ primi cinquant’anni di questo secolo, per accennar questi soltanto, senza innoltrarsi negli altri a noi troppo vicini. Se altri nel corso di quegli anni non avesse ad additare l’Italia che un {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} e un {{AutoreCitato|Scipione Maffei|Maffei}}, non potrebb’ella di essi soli andar lieta e superba? Se la storia di tante città italiane ha cominciato ad uscir dalle tenebre, fra le quali era stata in addietro involta, per mezzo di antiche Cronache rozze quanto allo stile, ma schiette e veridiche ne’ loro racconti, disotterrate dalla polvere in cui giaceano; se una innumerabil serie di autentici documenti, racchiusi prima inutilmente e condannati a imputridir negli archivi, ha veduta la luce; se le rivoluzioni, i costumi, le leggi de’ bassi tempi si son finalmente conosciuti per modo che poco più resta a scoprirne; se la storia della più antica fra le famiglie regnanti d’Italia, libera dalle favole da cui l’ignoranza e la credulità de’ secoli precedenti l’avea ingombrata, è stata posta nel vero suo lume, per tacere di tante altre opere di tanti diversi argomenti da lui
ripeterle, o di svolgerle più lungamente. Ampio e luminoso argomento sarà al certo, per chi vorrà a tempo
opportuno trattarlo, lo stato della letteratura italiana
ne’ primi cinquant’anni di questo secolo, per accennar
questi soltanto, senza innoltrarsi negli altri a noi troppo
vicini. Se altri nel corso di quegli anni non avesse ad
additare l’Italia che un Muratori e un Maffei, non potrebb’ella di essi soli andar lieta e superba? Se la storia di tante città italiane ha cominciato ad uscir dalle
tenebre , fra le quali era stata in addietro involta, per
mezzo di antiche Cronache rozze quanto allo stile, ma
schiette e veridiche ne’ loro racconti, disotterrate dalla
polvere in cui giaceano; se una innumerabil serie di
autentici documenti, racchiusi prima inutilmente e condannati a imputridir negli archivii. ha veduta la luce;
se le rivoluzioni, i costumi, le leggi de’ bassi tempi
si son finalmente conosciuti per modo che poco più
resta a scoprirne; se la storia della più antica fra le
famiglie regnanti d’Italia , libera dalle favole da cui
l’ignoranza e la credulità de’ secoli precedenti l1 ave»
ingombrata, è stata posta nel vero suo lume, per tacere
di tante altre opere di tanti diversi argomenti da lui
(i) Il tomo ix della prima edizione, a cui questa traduzione
fu premessa, conteneva le Giunte e le Curreziuni a lutti i tomi
precedenti. Queste insieme con più altre sono state ora in erite
a’ loro luoghi opportuni; e perciò si dà qui questa Prefazione,
perchè nulla manchi a questa edizione di ciò eli’ era nella pinna
(, Nola allu seconda edizione di Modena).