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Il nome che portava la madre del Manzoni l’avea fatta accogliere in tutte le conversazioni più eleganti e più dotte del Consolato e del Primo Impero. Ad Auteuil, presso Parigi, viveva la vedova dell’{{AutoreCitato|Claude-Adrien Helvétius|Helvetius}}, in una casa già frequentata dai famosi {{AutoreCitato|Paul Henri Thiry d'Holbach|Holbach}}, {{AutoreCitato|Benjamin Franklin|Franklin}}, {{AutoreCitato|Thomas Jefferson|Jefferson}}, {{AutoreCitato|Étienne Bonnot de Condillac|Condillac}}, {{AutoreCitato|Denis Diderot|Diderot}}, {{AutoreCitato|Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|D’Alembert}}, {{AutoreCitato|Nicolas de Condorcet|Condorcet}}, {{AutoreCitato|Pierre-Simon Laplace|Laplace}}, {{AutoreCitato|Constantin-François de Chassebœuf de Volney|Volney}}, {{AutoreCitato|Dominique-Joseph Garat|Garat}}, {{AutoreCitato|André Chénier|Chenier}}, {{AutoreCitato|Pierre-Louis Ginguené|Ginguenè}}, {{AutoreCitato|Pierre Daunou|Daunou}}, Thurot, Tracy l’ideologo e {{AutoreCitato|Pierre Jean Georges Cabanis|Cabanis}}. Ma il Cabanis frequentava specialmente la Maisonnette ove viveva la vedova del Condorcet, sorella del maresciallo Grouchy e della moglie di Giorgio Cabanis. Fu alla Maisonnette, ove la signora Beccaria si recava con particolare frequenza, che il Manzoni dovette conoscere il grande medico filosofo di Auteuil. |
Il nome che portava la {{Wl|Q3769235|madre del Manzoni}} l’avea fatta accogliere in tutte le conversazioni più eleganti e più dotte del Consolato e del Primo Impero. Ad Auteuil, presso Parigi, viveva la vedova dell’{{AutoreCitato|Claude-Adrien Helvétius|Helvetius}}, in una casa già frequentata dai famosi {{AutoreCitato|Paul Henri Thiry d'Holbach|Holbach}}, {{AutoreCitato|Benjamin Franklin|Franklin}}, {{AutoreCitato|Thomas Jefferson|Jefferson}}, {{AutoreCitato|Étienne Bonnot de Condillac|Condillac}}, {{AutoreCitato|Denis Diderot|Diderot}}, {{AutoreCitato|Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|D’Alembert}}, {{AutoreCitato|Nicolas de Condorcet|Condorcet}}, {{AutoreCitato|Pierre-Simon Laplace|Laplace}}, {{AutoreCitato|Constantin-François de Chassebœuf de Volney|Volney}}, {{AutoreCitato|Dominique-Joseph Garat|Garat}}, {{AutoreCitato|André Chénier|Chenier}}, {{AutoreCitato|Pierre-Louis Ginguené|Ginguenè}}, {{AutoreCitato|Pierre Daunou|Daunou}}, {{AutoreCitato|Jean-François Thurot|Thurot}}, {{AutoreCitato|Antoine-Louis-Claude Destutt de Tracy|Tracy}} l’ideologo e {{AutoreCitato|Pierre Jean Georges Cabanis|Cabanis}}. Ma il Cabanis frequentava specialmente la Maisonnette ove viveva la {{AutoreCitato|Sophie de Condorcet|vedova del Condorcet}}, sorella del {{Wl|Q333821|maresciallo Grouchy}} e della moglie di Giorgio Cabanis. Fu alla Maisonnette, ove la signora Beccaria si recava con particolare frequenza, che il Manzoni dovette conoscere il grande medico filosofo di Auteuil. |
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Dal Sainte-Beuve apprendiamo che il Manzoni, parlandone col {{AutoreCitato|Claude Fauriel|Fauriel}}, lo chiamava ''cet angélique Cabanis''. Il Cabanis era nato nel 1757 a Cosnac e morì nel 1808 presso Meulan. Il Manzoni lo conobbe dunque negli ultimi tre anni della sua vita, e al colmo della sua gloria. Nell’anno 1806 il Cabanis aveva indirizzata al Fauriel una bella lettera sopra le cause prime, che fu pubblicata solo parecchi anni dopo la sua morte; probabilmente il Manzoni la lesse manoscritta presso il Fauriel. Il Sainte-Beuve riportò un passo eloquente della lettera del Cabanis; io ne riferirò qui, invece, la conclusione, nella quale il medico |
Dal {{AutoreCitato|Charles Augustin de Sainte-Beuve|Sainte-Beuve}} apprendiamo che il Manzoni, parlandone col {{AutoreCitato|Claude Fauriel|Fauriel}}, lo chiamava ''cet angélique Cabanis''. Il Cabanis era nato nel 1757 a Cosnac e morì nel 1808 presso Meulan. Il Manzoni lo conobbe dunque negli ultimi tre anni della sua vita, e al colmo della sua gloria. Nell’anno 1806 il Cabanis aveva indirizzata al Fauriel una bella lettera sopra le cause prime, che fu pubblicata solo parecchi anni dopo la sua morte; probabilmente il Manzoni la lesse manoscritta presso il Fauriel. Il Sainte-Beuve riportò un passo eloquente della lettera del Cabanis; io ne riferirò qui, invece, la conclusione, nella quale il medico |