Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/93: differenze tra le versioni
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{{Smaller block|c=is|Il Demonio, sentendo i mariti che si lamentano delle loro mogli, prende Silvia Ballastro per moglie e Gasparino Boncio per compare dall’anello: e non potendo con la moglie vivere, si parte ed entra nel corpo del Duca di Melfi, e Gasparino suo compare fuori lo scaccia.}} |
{{Smaller block|c=is|Il Demonio, sentendo i mariti che si lamentano delle loro mogli, prende Silvia Ballastro per moglie e Gasparino Boncio per compare dall’anello: e non potendo con la moglie vivere, si parte ed entra nel corpo del Duca di Melfi, e Gasparino suo compare fuori lo scaccia.}} |
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⚫ | — La leggerezza e poco senno che oggi si trova nella maggior parte delle donne, parlando tuttavia di quelle che senza considerazione alcuna si lasciano abbarbagliare gli occhi dell’intelletto e cercano di adempire ogni suo sfrenato desiderio, mi dá cagione che io racconti a questa orrevole compagnia una favola non piú per lo adietro intesa: la quale, quantunque breve e mal composta sia, pur spero dará alcuno ammaestramento a voi donne di non essere cosí moleste nell’avenire a’ mariti vostri, come siete state fin’ora. E se io sarò mordace, non accusate me che a tutte voi minimo servitore sono, ma incolpate la signora nostra che mi ha lasciata la briglia che io possi, sí come ancor voi udito avete, raccontare quello che piú m’aggrada. |
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⚫ | Giá gran tempo fa, graziose donne, che, avendo il demonio presentite le gravi querele che facevano i mariti contra le loro mogli, determinò di maritarsi. E presa la forma d’un leggiadro e polito giovane e de’ denari e de’ poderi accomodato molto, Pangrazio Stornello per nome si fece chiamare. E sparsa la fama fuori per tutta la cittá, vennero molti sensali, i quali gli offerivano donne bellissime e con molta dote; e tra le altre gli fu proposta una nobile e gentil donna di somma bellezza, Silvia Ballastro per nome chiamata: la quale al demonio molto piacendo, per moglie diletta la prese. Quivi furono le nozze |
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⚫ | La leggerezza e poco senno che oggi si trova nella maggior parte delle donne, parlando tuttavia di quelle che senza considerazione alcuna si lasciano abbarbagliare gli occhi dell’intelletto e cercano di adempire ogni suo sfrenato desiderio, mi dá cagione che io racconti a questa orrevole compagnia una favola non piú per lo adietro intesa: la quale, quantunque breve e mal composta sia, pur spero dará alcuno ammaestramento a voi donne di non essere cosí moleste nell’avenire a’ mariti vostri, come siete state fin’ora. E se io sarò mordace, non accusate me che a tutte voi minimo servitore sono, ma incolpate la signora nostra che mi ha lasciata la briglia che io possi, sí come ancor voi udito avete, raccontare quello che piú m’aggrada. |
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⚫ | Giá gran tempo fa, graziose donne, che, avendo il |