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— Non abbandonatevi — rispose il signor Bandi. — Coraggio! |
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Un momento dopo un turbine |
Un momento dopo un turbine d’acqua si rovesciava, con mille muggiti, addosso al vecchio legno. |
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Lo scafo, violentemente sollevato da quel banco su cui riposava da tanti secoli, oscillò spaventosamente inalberandosi come un cavallo sotto lo sprone del cavaliere, poi ricadde |
Lo scafo, violentemente sollevato da quel banco su cui riposava da tanti secoli, oscillò spaventosamente inalberandosi come un cavallo sotto lo sprone del cavaliere, poi ricadde sull’onda con un cupo fracasso. |
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Per alcuni istanti la galera, trascinata a casaccio, rollò e beccheggiò, poi andò a urtare violentemente contro una delle due pareti, fracassandosi una delle murate. |
Per alcuni istanti la galera, trascinata a casaccio, rollò e beccheggiò, poi andò a urtare violentemente contro una delle due pareti, fracassandosi una delle murate. |
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— Galleggiamo! — gridò Michele. |
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— E forse stiamo anche per affondare — disse padron Vincenzo. — Dottore, del fuoco o noi siamo perduti! |
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— Cercate delle corde incatramate — rispose il signor Bandi. |
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I tre pescatori non ostante le continue oscillazioni del vecchio vascello e gli urti incessanti, si sparsero pel ponte e cercando a casaccio riuscirono a raccogliere delle funi. |
I tre pescatori non ostante le continue oscillazioni del vecchio vascello e gli urti incessanti, si sparsero pel ponte e cercando a casaccio riuscirono a raccogliere delle funi. |
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Il dottor Bandi accese un zolfanello e vi diede fuoco. |
Il dottor Bandi accese un zolfanello e vi diede fuoco. |
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Essendo imbevute di catrame, una fiamma abbastanza viva |
Essendo imbevute di catrame, una fiamma abbastanza viva s’alzò, illuminando la galleria e la tolda del legno. |
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A quella luce |
A quella luce s’accorsero che la galera era andata a urtare contro la parete sinistra. Una parte della sua murata e anche alcuni corbetti superiori, dall’impeto avevano ceduto, però pel momento non vi era alcun pericolo di affondare. |
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— Possiamo sperare di aver salvata la pelle — disse padron Vincenzo. — Cosa sarà accaduto, dottore? |
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— Una poderosa scossa di terremoto — rispose il signor Bandi. |
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— E quell’onda mostruosa che sia stata prodotta dalla scossa? |
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— Temo qualche cosa di peggio. |
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— Volete dire? |
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— Che la galleria deve essere franata. |
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— Da che cosa lo arguite?... |
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— Una scossa, per quanto forte, non sarebbe stata bastante per rovesciare attraverso il canale quella massa d’acqua. |
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— Voi dunque dite?... |
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— Che è stata prodotta dall’inabissarsi d’una massa enorme di materiali. |
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— Mille merluzzi!... D’onde veniva?... |
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— Dallo sbocco della galleria. |
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— Che siamo rimasti prigionieri? |
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— Io non lo so, tuttavia sono molto inquieto, Vincenzo. |
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— Bisognerebbe esplorare la galleria. |
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— È quello che faremo appena l’acqua si sarà calmata. |
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— Non abbiamo più la zattera, dottore — osservò Michele. |
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— Poco importa. Il legname non scarseggia qui... Questo vascello è a nostra disposizione e ci darà tanto materiale da costruire cinquanta zattere. |
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