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nelle chiese anticamente per la moltitudine del popolo. ''Poich’ebbe sospirando il capo mosso'' <ref>Nella sentenza letterale è detto che Farinata ''menò'' il capo, e qui che lo ''crollò''; il perchè saria da leggere col Landino ed altri “''Poi ch’ebbe sospirando il capo scosso''”. Vindelino, Nidobeato, il Bargigi riportano ''mosso'' e noi pure li seguitiamo anche per una tal quale fedeltà al nostro testo. ''E''.</ref>; cioè messer Farinata, lo qual benchè stesse immobile alla prima risposta di Dante, come appare di sopra, qui non potèe <ref>Per una certa liscezza di lingua gli antichi aggiugnevano un’''e'' alle parole terminate con accento; e questo costumasi anche al presente dal popolo toscano, che pronunzia ''mene, tene, sine'', per ''me, te, si'' ec. ''E''.</ref> essere contenente; ma crollò il capo, lo qual fu segno d’arroganzia e di dispetto con dolore, come appare nel sospiro, e disse: ''A ciò non fu’ io sol'', disse; quasi dica: Molt’altri furono meco; e questo dice perchè in quella sconfitta da Monte Aperti furono ancora li Abbati come li Uberti. I quali essendo col popolo di Firenze, messer Bocca delli Abbati tradìe il popolo di Firenze, come si dirà di sotto, nel {{Sc|xxxii}} Canto, ''nè certo Sanza cagion con li altri sarei mosso''; e questo dice perchè era troppo perseguitato dalla parte ch’era dentro, sicchè li diè cagione d’esser contra il popolo fiorentino, e l’altra parte guelfa di Toscana. ''Ma fu’ io sol''; dice messer Farinata, ''colà dove sofferto Fu per ciascun''; di quelli della mia parte, ''di torre via Fiorenza, Colui che la difesi a viso aperto''. Questo dice perchè una volta quelli della parte sua, vedendo che non poteano reggere la città come desideravano, feciono consiglio di mettere a ruba et ad incendio tutta la città, e disfarla e mettere al taglio della spada tutti coloro, che non fossono di lor setta, et andare ad edificare un’altra città pur di loro. Allora messer Farinata solo contradisse e difese che non si facesse; e chi dice che fu, quando tutta la ghibellina parte di Toscana si ragunarono e feciono consiglio di disfar Fiorenza, nel qual consiglio fu messer Farinata et i suoi, e li altri tutti lo consentivano, e messer Farinata solo contradisse.
nelle chiese anticamente per la moltitudine del popolo. ''Poich’ebbe sospirando il capo mosso'' <ref>Nella sentenza letterale è detto che Farinata ''menò'' il capo, e qui che lo ''crollò''; il perchè saria da leggere col Landino ed altri “''Poi ch’ebbe sospirando il capo scosso''”. Vindelino, Nidobeato, il Bargigi riportano ''mosso'' e noi pure li seguitiamo anche per una tal quale fedeltà al nostro testo. ''E''.</ref>; cioè messer Farinata, lo qual benchè stesse immobile alla prima risposta di Dante, come appare di sopra, qui non potèe <ref>Per una certa liscezza di lingua gli antichi aggiugnevano un’''e'' alle parole terminate con accento; e questo costumasi anche al presente dal popolo toscano, che pronunzia ''mene, tene, sine'', per ''me, te, si'' ec. ''E''.</ref> essere contenente; ma crollò il capo, lo qual fu segno d’arroganzia e di dispetto con dolore, come appare nel sospiro, e disse: ''A ciò non fu’ io sol'', disse; quasi dica: Molt’altri furono meco; e questo dice perchè in quella sconfitta da Monte Aperti furono ancora li Abbati come li Uberti. I quali essendo col popolo di Firenze, messer Bocca delli Abbati tradìe il popolo di Firenze, come si dirà di sotto, nel {{Sc|xxxii}} Canto, ''nè certo Sanza cagion con li altri sarei mosso''; e questo dice perchè era troppo perseguitato dalla parte ch’era dentro, sicchè li diè cagione d’esser contra il popolo fiorentino, e l’altra parte guelfa di Toscana. ''Ma fu’ io sol''; dice messer Farinata, ''colà dove sofferto Fu per ciascun''; di quelli della mia parte, ''di torre via Fiorenza, Colui che la difesi a viso aperto''. Questo dice perchè una volta quelli della parte sua, vedendo che non poteano reggere la città come desideravano, feciono consiglio di mettere a ruba et ad incendio tutta la città, e disfarla e mettere al taglio della spada tutti coloro, che non fossono di lor setta, et andare ad edificare un’altra città pur di loro. Allora messer Farinata solo contradisse e difese che non si facesse; e chi dice che fu, quando tutta la ghibellina parte di Toscana si ragunarono e feciono consiglio di disfar Fiorenza, nel qual consiglio fu messer Farinata et i suoi, e li altri tutti lo consentivano, e messer Farinata solo contradisse.


C. X — v. 94-108. In questi cinque ternari l’autor nostro finge come elli domandò messer Farinata d’un dubbio che li occorse, e come messer Farinata lo solve, quivi: ''Noi veggiam'' ec. Dice prima Dante, pregando messer Farinata: ''Deh! se riposi mai vostra semenza''; quasi dica: Io vi prego per riposo de’vostri, ''Pregai io lui''; cioè io Dante, messer Farinata. E qui occorre uno dubbio testuale; se i dannati desiderano la salute de’suoi parenti che sono nel mondo. E par che sì: imperò che Dante lo scongiura; per ciò lo contrario appare: però che i dannati non possono volere, se non male: però che sono ostinati in male, adunque non possono desiderare la salute di lor parenti. A questo si può rispondere, benchè il Maestro delle {{Pt|sen-|}}
C. X — v. 94-108. In questi cinque ternari l’autor nostro finge come elli domandò messer Farinata d’un dubbio che li occorse, e come messer Farinata lo solve, quivi: ''Noi veggiam'' ec. Dice prima Dante, pregando messer Farinata: ''Deh! se riposi mai vostra semenza''; quasi dica: Io vi prego per riposo de’ vostri, ''Pregai io lui''; cioè io Dante, messer Farinata. E qui occorre uno dubbio testuale; se i dannati desiderano la salute de’ suoi parenti che sono nel mondo. E par che sì: imperò che Dante lo scongiura; per ciò lo contrario appare: però che i dannati non possono volere, se non male: però che sono ostinati in male, adunque non possono desiderare la salute di lor parenti. A questo si può rispondere, benchè il Maestro delle sen-