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Le case del popolo 119

sovrasta santa Lucia, e talvolta, una di queste grotte frana sulle teste, sui corpi di questi miseri luciani che dormono: e li uccide. Intanto, dirimpetto , sotto il forte Ovo, il Borgo Marinai scintilla di lumi che si riflettono nelle acque del mare. Chi vi abita, chi vi vive, mai? Pittori che scelsero quei quartini per istudio, poiché il posto è pittoresco; qualche loro modella; delle ballerine o delle chanteuses del vicino café chantant dell’Eldorado, che prendono in affitto, per un mese, per quindici giorni, una cameretta con cucina; qualche donnina di facile vita e di misera fortuna; e altra minuta gente, non del popolo. In quanto alle botteghe, esse, in un vasto angolo, sono tutte trasformate in osterìe grandi e piccole, alcune carissime , alcune modeste, altre vere taverne e vi si aspira un’aria mefitica di cucine più o meno malsane, e nel piccolo porto cadono tutti i detriti di queste taverne e ciò contrista, affligge, avvilisce i due eleganti clubs dei canottieri che sono sulla riva, accanto. A ogni modo il Borgo Marinai è vivido, lieto, curioso: e inutile, infine, anche, al santo scopo cui serviva. I luciani sono dall’altra parte, respinti di stamberga in stamberga, respinti di rovina in rovina, di grotta in grotta. E