Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/121: differenze tra le versioni
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{{Pt|tieri|quartieri}} più borghesi che popolari, vanno verso quartieri di commercianti, di professionisti, e lo spettacolo non desta un ribrezzo tanto profondo; eppure! Forse che è stato toccato, neppure in una sua pietra, quel budello nero, storto, ripido, sdrucciolevole, che è il vico di Mezzocannone? Ah, esso non è stato toccato, e tutta la gente d’immaginazione, ma senza cuore, tutti quelli che amano il colore a scapito della civiltà e della decenza, tutti quelli che amano il carattere e non hanno compassione di chi muore, si consolino perchè il vico di Mezzocannone è stato rispettato e, probabilmente, non sarà mai toccato! Eccolo, oscuro, fetido, pericoloso alle gambe, pericoloso alle gonne pulite, ai calzoni puliti, eccolo con le sue case senz’aria e senza sole, con le sue botteghe che sembrano dei sotterranei, ove sono dei tintori, dei venditori di vino e persino, lavorando nella via, delle ricamatrici di oggetti di chiesa, ricamatrici in seta e in oro: eccolo, col suo goffo re di Mezzocannone, sovra una vecchia fontana, con quell'altro precipizio, di traverso, che sono le ''gradelle'' di san Giovanni Maggiore: eccolo, i vero nostro vicolo di Mezzocannpne, ce lo hanno lasciato e noi possiamo ancora, turandoci il naso. |