Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/105: differenze tra le versioni
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L’impressione che si aveva, entrando in Napoli, dalla stazione ferroviaria, venti anni or sono, era di giungere in una città angusta, male odorante, sporca, affogata di case di tutte le altezze, di tutti i colori, portanti, tutte, il marchio del decadimento e del sudiciume. Se, poi, trascorso il vecchio Corso Garibaldi, la carrozzella del forastiero rallentava un poco il passo, in via Marina, in quella strada eternamente disselciata, dalle buche profonde, ove si trabalzava così maledettamente, se il forastiero lasciava il suo portamantelli sul soffietto, o collocava il nécessaire da viaggio sulla panchina, dirimpetto, quotidianamente vi era la rapina, quando non ne accadevano due |
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L’impressione che si aveva, entrando in Napoli, |
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dalla stazione ferroviaria, venti anni or sono, |
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era di giungere in una città angusta, male odorante, |
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sporca, affogata di case di tutte le altezze, |
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di tutti i colori, portanti, tutte, il marchio |
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del decadimento e del sudiciume. Se, poi, trascorso |
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il vecchio Corso Garibaldi, la carrozzella |
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del forastiero rallentava un poco il passo, in via |
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Marina, in quella strada eternamente disselciata, |
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dalle buche profonde, ove si trabalzava così maledettamente, se il forastiero lasciava il suo portamantelli |
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sul soffietto, o collocava il nécessaire da |
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viaggio sulla panchina, dirimpetto, quotidianamente |
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vi era la rapina, quando non ne accadevano due |