Pagina:Leopardi - La virtù indiana, manoscritto, 1811.djvu/51: differenze tra le versioni

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Per di lui man piagato estinto cadde De la sconfitta awersa turba il duce, Egli al Mogol salute, al popol tutto La bramata arrecò salvezza amica, 625 Ei de lo scosso trono egli del regno Sovrano a un tempo, e difensor si fece; Nulla a temer ci resta. Agra, e Surate Obblia lo stuol fuggente, i passi suoi Seguir guerrieri eletti, e a noi recaro 630 Così grata novella alfin si mostra A noi propizio il ciel. Ib. Stupido71 io sono Qual novo ordin di cose a un tratto io miro Cangiar del regno il deplorando aspetto! Dal feroce Persian domato, e vinto 635 Il capo ei piega, e d’Ispahan sopporta Il duro giogo; a le ruine insulta Il Maratto guerrier del regno oppresso, E qual torrente impetuoso72 atterra Quanto a lui si fa innanzi, il regno intero 640