Pagina:Deledda - Cosima, Milano, Treves, 1937.djvu/197: differenze tra le versioni

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Egli sorbiva il caffè, versò nella tazzina quello che s’era versato nel piattino e raschiò il residuo dello zucchero, come fanno i bambini: ma anche dopo rimase col viso piegato, guardando il fondo della chicchera come ci vedesse qualche immagine.
Egli sorbiva il caffè, versò nella tazzina quello che s’era versato nel piattino e raschiò il residuo dello zucchero, come fanno i bambini: ma anche dopo rimase col viso piegato, guardando il fondo della chicchera come ci vedesse qualche immagine.


— Dov’è la padrona? — domandò sottovoce. E Cosima ebbe l’impressione che egli volesse dirle qualche cosa, ma senza pericolo di essere ascoltati.
— Dov’è la padrona? — domandò sottovoce.
E Cosima ebbe l’impressione che egli volesse dirle qualche cosa, ma senza pericolo di essere ascoltati.


La padrona era affacendata nelle stanzette attigue: ed egli disse:
La padrona era affacendata nelle stanzette attigue: ed egli disse: