Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/295: differenze tra le versioni

Utoutouto (discussione | contributi)
Cruccone (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|to<ref>''Cartas del Almirante don Cristobal Colon á su híjo don Diego''. — Lettera datata da Siviglia il venerdì 15 dicembre 1504.</ref>;|testamento<ref>
{{Pt|to<ref>''Cartas del Almirante don Cristobal Colon á su híjo don Diego''. — Lettera datata da Siviglia il venerdì 13 dicembre 1504.</ref>;|testamento<ref>''Cartas del Almirante don Cristobal Colon á su híjo don Diego''. — Lettera datata da Siviglia il venerdì 13 dicembre 1504.</ref>;}} ma questo era un errore. Motivi di prudenza le imposero un silenzio, che, lungi dal provar oblio, faceva testimonianza di fedele memoria; si astenne da ogni disposizione in favore dell’Ammiraglio nell’interesse medesimo di lui: egli aveva già troppi nemici, ed ella temeva d’invigorire a suo danno l’odio del Re.
''Cartas del Almirante don Cristobal Colon á su híjo don Diego''. — Lettera datata da Siviglia il venerdì 15 dicembre 1504.</ref>;}} ma questo era un errore. Motivi di prudenza le imposero un silenzio, che, lungi dal provar oblio, faceva testimonianza di fedele memoria; si astenne da ogni disposizione in favore dell’Ammiraglio nell’interesse medesimo di lui: egli aveva già troppi nemici, ed ella temeva d’invigorire a suo danno l’odio del Re.


Mentre egli esponeva la sua vita in pro della Castiglia, nel tempo stesso in cui naufragava alla Giamaica, gli uffici di Siviglia, sentendosi favoreggiati da un’alta influenza, dimandavano alla Regina, allora impedita dalla salute, di spedire colla consueta prontezza gli affari, di eleggere presso di sè qualche persona di confidenza, a cui volgerebbonsi per ciò che risguardava l’amministrazione delle Indie e le imprese nei mari d’Occidente. Una lettera scritta in Alcala il 5 luglio 1503, in risposta agli uffici della marina, manifesta le importunità e le male arti de’ persecutori del grand’Uomo. Essi presentavano emoli concorrenti in violazione dei diritti e dei trattati dell’Ammiraglio: senza gradirli, la Regina elesse per ricevere comunicazioni di questo genere, Ruyz di Castaneda, segretario della camera reale<ref>''Coleccíon de documentos ineditos para la Historia de España, tom. XIII p496.</ref>.
Mentre egli esponeva la sua vita in pro della Castiglia, nel tempo stesso in cui naufragava alla Giamaica, gli uffici di Siviglia, sentendosi favoreggiati da un’alta influenza, dimandavano alla Regina, allora impedita dalla salute, di spedire colla consueta prontezza gli affari, di eleggere presso di sè qualche persona di confidenza, a cui volgerebbonsi per ciò che risguardava l’amministrazione delle Indie e le imprese nei mari d’Occidente. Una lettera scritta in Alcala il 5 luglio 1503, in risposta agli uffici della marina, manifesta le importunità e le male arti de’ persecutori del grand’Uomo. Essi presentavano emoli concorrenti in violazione dei diritti e dei trattati dell’Ammiraglio: senza gradirli, la Regina elesse per ricevere comunicazioni di questo genere, Ruyz di Castaneda, segretario della camera reale<ref>''Coleccion de documentos ineditos para la Historia de España, tom. XIII p. 496.</ref>.


Finalmente, venendo meno le sue forze, Isabella vestì l’abito del terz’ordine di san Francesco<ref>“Cujus corpus habitu sancti Francisci reconditum animam Deo reddidit.
Finalmente, venendo meno le sue forze, Isabella vestì l’abito del terz’ordine di san Francesco<ref>“Cujus corpus habitu sancti Francisci reconditum animam Deo reddidit.„ — {{AutoreCitato|Lucio Marineo Siculo|Lucius Marinus Siculus}}, ''De rebus Hispaniæ memorabilibus''. liber XXI, § de Isabellae reginae morte.</ref>, di cui seguiva la regola da più anni, e ricevette con tutto l’ardore della sua pietà il santo Viatico. Ella fu dolce colla morte. La fermezza reale e la grazia femminina accompagnandola sino al fine, duravano associate presso al suo letto di dolore. L’oppressione delle sue membra, l’indebolimento di tutto quel povero corpo così segretamente torturato, le sue palpebre chiuse rendevano la sua agonia simile al sonno della tomba. Le furono recati gli ultimi soccorsi della Chiesa. La sua immobilità era completa. Ma quando si
— {{AutoreIgnoto|Lucius Marinus Siculus}}, De rebus Hispaniæ memorabilibus. liber XXI, § de Isabellae reginae morte.</ref>, di cui seguiva la regola da più anni, e ricevette con tutto l’ardore della sua pietà il santo Viatico. Ella fu dolce colla morte. La fermezza reale e la grazia femminina accompagnandola sino al fine, duravano associate presso al suo letto di dolore. L’oppressione delle sue membra, l’indebolimento di tutto quel povero corpo così segretamente torturato, le sue palpebre chiuse rendevano la sua agonia simile al sonno della tomba. Le furono recati gli ultimi soccorsi della Chiesa. La sua immobilità era completa. Ma quando si