Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/238: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 100% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
bianca di neve, e rischiarata intorno intorno da quattro lunghe file di lampioni, laggiù accanto alla gran porta di quel palazzo principesco, alto, bruno, dalle forme colossali ed antiche, da tutte quell’ampie finestre illuminate; guardate là in quel casotto, quell’uomo imbacuccato, ritto, immobile come un simulacro di marmo; guardatelo. Egli da più ore è là, senza moto, senza parola, colla destra intirizzita sulla fredda canna del fucile, e i piedi nella neve, e l’occhio chinato e fisso, che par che noveri i larghi fiocchi che gli piovono intorno. Di tratto in tratto gli occhi gli si socchiudono, la testa gli s’inclina insensibilmente sull’omero; ma tosto un’interna voce lo ammonisce, ed egli risolleva vigorosamente la fronte ed apre e dilata gli occhi e li gira intorno più rapidi e più vigilanti, come per compensare la sua coscienza di quel momento di languore e d’inerzia. Guardatelo; tutti, anche i più poverelli, hanno un po’ di casa, un po’ di fuoco, un po’ di letto, tutti; egli non l’ha. |
|||
bianca di neve, e rischiarata intorno intorno da quattro |
|||
lunghe file di lampioni, laggiù accanto alla gran porta |
|||
di quel palazzo principesco, alto, bruno, dalle forme colossali |
|||
ed antiche, da tutte quell’ampie finestre illuminate; |
|||
guardate là in quel casotto, quell’uomo imbacuccato, |
|||
ritto, immobile come un simulacro di marmo; |
|||
guardatelo. Egli da più ore è là, senza moto, senza parola, |
|||
colla destra intirizzita sulla fredda canna del fucile, e |
|||
i piedi nella neve, e l’occhio chinato e fisso, che par che |
|||
noveri i larghi fiocchi che gli piovono intorno. Di tratto |
|||
in tratto gli occhi gli si socchiudono, la testa gli s’inclina |
|||
insensibilmente sull’omero; ma tosto un’interna voce |
|||
lo ammonisce, ed egli risolleva vigorosamente la fronte |
|||
ed apre e dilata gli occhi e li gira intorno più rapidi e |
|||
più vigilanti, come per compensare la sua coscienza di |
|||
quel momento di languore e d’inerzia. Guardatelo; tutti, |
|||
anche i più poverelli, hanno un po’ di casa, un po’ di |
|||
fuoco, un po’ di letto, tutti; egli non l’ha. |
|||
Questi pensieri io volgeva in mente una notte, sul cader di gennaio, essendo di guardia, con una quarantina di soldati, appunto in quella piazza e a quel palazzo. E me ne stava, così pensando, poco lunge dalla porta, misurando a passi lenti un breve tratto della piazza sgombro di neve, e volgendo a quando a quando gli occhi in su, alle finestre illuminate, per cui mi giungeva fioca all’orecchio un’armonia confusa di flauti e di violini, e un rumor sordo e pesante di passi mutati in cadenza sopra un vasto solaio. Poi guardava nell’ampio vestibolo gli smaglianti lampadari di cristallo, e i tappeti e i vasi di fiori sparsi sul pavimento marmoreo, e le pareti coperte d’arazzi e di allori; e sul dinanzi, fra me e la porta, un viavai di carrozze di gala, un vociar di cocchieri, e uno scendere e salire continuo d’uomini e di signore, e un accorrere in fretta agli sportelli, un |
|||
Questi pensieri io volgeva in mente una notte, sul |
|||
cader di gennaio, essendo di guardia, con una quarantina |
|||
di soldati, appunto in quella piazza e a quel palazzo. |
|||
E me ne stava, così pensando, poco lunge dalla |
|||
porta, misurando a passi lenti un breve tratto della |
|||
piazza sgombro di neve, e volgendo a quando a quando |
|||
gli occhi in su, alle finestre illuminate, per cui mi giungeva |
|||
fioca all’orecchio un’armonia confusa di flauti e |
|||
di violini, e un rumor sordo e pesante di passi mutati |
|||
in cadenza sopra un vasto solaio. Poi guardava nell’ampio |
|||
vestibolo gli smaglianti lampadari di cristallo, e i |
|||
tappeti e i vasi di fiori sparsi sul pavimento marmoreo, |
|||
e le pareti coperte d’arazzi e di allori; e sul dinanzi, fra |
|||
me e la porta, un viavai di carrozze di gala, un vociar |
|||
di cocchieri, e uno scendere e salire continuo d’uomini |
|||
e di signore, e un accorrere in fretta agli sportelli, un |