Pagina:Eneide (Caro).djvu/155: differenze tra le versioni

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O cadeva o languiva; e la semente{{R|245}}
O cadeva o languiva; e la semente{{R|245}}
E i frutti e l’erbe e le campagne stesse
E i frutti e l’erbe e le campagne stesse,
Da la rabbia di Sirio e dal veleno
Da la rabbia di Sirio e dal veleno
De l’orribil contage arse e corrotte,
De l’orribil contage arse e corrotte,
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Si tornasse in Ortigia, e che di nuovo
Si tornasse in Ortigia, e che di nuovo
Ricorrendo di Febo al santo oracolo,
Ricorrendo di Febo al santo oracolo,
Perdon gli si chiedesse, aita e scampo
Perdón gli si chiedesse, aita e scampo
Da sì maligno e velenoso influsso,{{R|255}}
Da sì maligno e velenoso influsso,{{R|255}}
Ed alfin del cammino e de la stanza
Ed alfin del camino e de la stanza
Chiaro ne si traesse indrizzo e lume.
Chiaro ne si traesse indrizzo e lume.
Era già notte, e già dal sonno vinta
Era già notte, e già dal sonno vinta
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Penetrava, per entro al chiuso albergo,{{R|265}}
Penetrava, per entro al chiuso albergo,{{R|265}}
Di puri vetri i lucidi spiragli;
Di puri vetri i lucidi spiragli;
E com’eran visibili, appressando
E come eran visibili, appressando
La sponda ov’io giacea, soavemente
La sponda ov’io giacea soavemente,
Mi si fecero avanti, e ’n cotal guisa
Mi si fecero avanti, e ’n cotal guisa
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