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qualche cosa c’era, e avrebbe indagato ancora. E non avevo inteso la novità? Avevano mandato in fretta a chiamare il prete napoletano, che era uscito a passi di dromedario, infilandosi il tonacone: qualcheduno doveva star male a prua.— Basta, — concluse, — vado su in ''riposteria'' a bere un bicchiere di birra, e poi rivengo giù a vedere se si son quetati: accidenti! Buona notte.
qualche cosa c’era, e avrebbe indagato ancora. E non avevo inteso la novità? Avevano mandato in fretta a chiamare il prete napoletano, che era uscito a passi di dromedario, infilandosi il tonacone: qualcheduno doveva star male a prua. — Basta, — concluse, — vado su in ''riposteria'' a bere un bicchiere di birra, e poi rivengo giù a vedere se si son quetati: accidenti! Buona notte.


Fu una pessima notte. Eran vicine le dodici, e la maggior parte vegliavano ancora. L’afa opprimeva tutti. E per giunta pareva che quella notte il dormitorio si fosse mutato in una enorme cassa armonica, in cui ogni sospiro diventava sonoro, e si sentiva da un capo all’altro dei corridoi. Nel camerino dietro al mio russava il mugnaio, che ogni tanto cambiava di posizione, mettendo un gemito,e sciamando: — ''Ah! povra Italia!'' — che doveva essere il suo intercalare. Di quando in quando mi giungevano all’orecchio affievoliti i colpi di tosse della signorina di Mestre, che dormiva dall’altro lato del piroscafo. Il bimbo più piccolo della brasiliana, malaticcio, piangeva, e sentivo la cantilena sommessa e triste della negra, una specie di singulto d’upupa, che mi faceva passare per la fantasia i canti lamentevoli degli schiavi d’Africa
Fu una pessima notte. Eran vicine le dodici, e la maggior parte vegliavano ancora. L’afa opprimeva tutti. E per giunta pareva che quella notte il dormitorio si fosse mutato in una enorme cassa armonica, in cui ogni sospiro diventava sonoro, e si sentiva da un capo all’altro dei corridoi. Nel camerino dietro al mio russava il mugnaio, che ogni tanto cambiava di posizione, mettendo un gemito, e sclamando: — ''Ah! povra Italia!'' — che doveva essere il suo intercalare. Di quando in quando mi giungevano all’orecchio affievoliti i colpi di tosse della signorina di Mestre, che dormiva dall’altro lato del piroscafo. Il bimbo più piccolo della brasiliana, malaticcio, piangeva, e sentivo la cantilena sommessa e triste della negra, una specie di singulto d’upupa, che mi faceva passare per la fantasia i canti lamentevoli degli schiavi d’Africa