Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu/284: differenze tra le versioni

Accolturato (discussione | contributi)
 
Luigi62 (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:

{{RigaIntestazione|280|{{Sc|sull'oceano}}|riga=si}}
{{RigaIntestazione|280|{{Sc|sull'oceano}}|riga=si}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|tanto|soltanto}} per sorvegliare il suo Ruy Blas, ma anche per proteggere le scappate di lei, chè altrimenti non sarebbe stato credibile che le passasse sui piedi con tanta disinvoltura. Gli era anche parso di veder trasvolare nell’ombra la negra, e s’era fissato in testa che il marsigliese avesse iniziato un corso di studi sulla razza etiopica. E anche la cameriera veneta gli era parso che quella sera girasse per i corridoi con un becco concupiscevole, che gli destava dei sospetti. Insomma, era una notte agitata, nessuno dormiva, ci sarebbe stato molto materiale per la piccola cronaca del giorno seguente. Già aveva veduto mettere il viso all’uscio due o tre volte la madre della pianista, spiando intorno con una curiosità fiammeggiante. E a proposito: egli seguitava a tener d’occhio la figliuola, a cui brillava il viso di tanto in tanto, quando qualcuno passava; ma chi fosse questo qualcuno non aveva ancora potuto scoprire, perchè sempre, quando aveva visto una di tinello illuminazioni istantanee, eran passati parecchi, e la giovane volpe era cosi pronta a raccogliere lo sguardo, che non gli era riuscito mai di coglierne la direzione. Oh! una passioncella senza conseguenze, un foco occulto: era tenuta a catena: tutto sarebbe finito in una lettera e in un colpo di forbici... Ma
{{Pt|tanto|soltanto}} per sorvegliare il suo Ruy Blas, ma anche per proteggere le scappate di lei, chè altrimenti non sarebbe stato credibile che le passasse sui piedi con tanta disinvoltura. Gli era anche parso di veder trasvolare nell’ombra la negra, e s’era fissato in testa che il marsigliese avesse iniziato un corso di studi sulla razza etiopica. E anche la cameriera veneta gli era parso che quella sera girasse per i corridoi con un becco concupiscevole, che gli destava dei sospetti. Insomma, era una notte agitata, nessuno dormiva, ci sarebbe stato molto materiale per la piccola cronaca del giorno seguente. Già aveva veduto mettere il viso all’uscio due o tre volte la madre della pianista, spiando intorno con una curiosità fiammeggiante. E a proposito: egli seguitava a tener d’occhio la figliuola, a cui brillava il viso di tanto in tanto, quando qualcuno passava; ma chi fosse questo qualcuno non aveva ancora potuto scoprire, perchè sempre, quando aveva visto una di quelle illuminazioni istantanee, eran passati parecchi, e la giovane volpe era così pronta a raccogliere lo sguardo, che non gli era riuscito mai di coglierne la direzione. Oh! una passioncella senza conseguenze, un foco occulto: era tenuta a catena: tutto sarebbe finito in una lettera e in un colpo di forbici.... Ma