Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/40: differenze tra le versioni
test caricamento |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|30|{{smaller|''Brani di vita''}}||riga=si}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
m’accorsi che oramai si dava per vinta e mutai tattica. Mi feci più tenero ed anche più eloquente. |
m’accorsi che oramai si dava per vinta e mutai tattica. Mi feci più tenero ed anche più eloquente. |
||
{{Asterismo}} |
|||
⚫ | Cominciai, così alla larga, a narrare il bene che avevo voluto ad una signora che non nominavo. Come parlavo bene! La mia voce era una musica molle, dalle onde languide e carezzevoli e le parole che mi venivano corrette, misurate, nella frase si colorivano, si scaldavano, e il discorso, irreprensibile nella forma, aveva preso un’abbondanza ovidiana, una eloquenza fascinatrice tale che qualche volta mi pareva di recitare dei brani della ''{{Wl|Q129289|Nuova Eloisa}}''. Ella, stesa nel suo cantuccio, seguiva cogli occhi socchiusi i fili del telegrafo e gli alberi che si rincorrevano. Non si moveva e solo le sue labbra erano rialzate da un impercettibile sorriso e il respiro largo e tranquillo le sollevava e abbassava lentamente il busto. Io parlavo, parlavo, languidamente, con delle inflessioni di voce che parevano dichiarazioni fatte in ginocchio, con delle frasi morbide che parevano preghiere. Qualche volta i suoi occhioni si fissavano ne’ miei e fuggivano; qualche volta apriva a mezzo il ventaglio come per coprirsene la faccia e ad un tratto chiuse gli occhi come se dormisse. Io seguitai a parlare, sempre più chiaro, sempre più eloquente e chiedendomi sempre quel che avrei fatto, studente, in quella posizione. |
||
<div align="center">*<br/>* *</div> |
|||
⚫ | Cominciai, così alla larga, a narrare il bene che avevo voluto ad una signora che non nominavo. Come parlavo bene! La mia voce era una musica molle, dalle onde languide e carezzevoli e le parole che mi venivano corrette, misurate, nella frase si colorivano, si scaldavano, e il discorso, irreprensibile nella forma, aveva preso un’abbondanza ovidiana, una eloquenza fascinatrice tale che qualche volta mi pareva di recitare dei brani della '' |
||
Se guardate nelle guide dell’Alta Italia, vedrete che dopo Monselice c’è un ''tunnel''. |
Se guardate nelle guide dell’Alta Italia, vedrete che dopo Monselice c’è un ''tunnel''. |
||
<div align="center">*<br/>* *</div> |