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pensavo, e mi parlò di tante cose, ed io gli rispondevo poco, ché aveva sempre negli orecchi il rumore delle catene di quei forzati. |
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Il giorno dopo il Marcarelli fece la sua brava difesa, che fu piena di senno ed anche ardita. Disse fra le altre queste parole: «Signor presidente, questo processo è falso come l’anima di Giuda. Voi mi direte non c’essere falsitá, ma ignoranza: ed io vi rispondo che l’ignoranza è tale, e le |
Il giorno dopo il Marcarelli fece la sua brava difesa, che fu piena di senno ed anche ardita. Disse fra le altre queste parole: «Signor presidente, questo processo è falso come l’anima di Giuda. Voi mi direte non c’essere falsitá, ma ignoranza: ed io vi rispondo che l’ignoranza è tale, e le illegalitá sono tante che diventa una colpa. La commissione suprema rimandò il processo per maggiore istruzione, perché riconobbe appunto che era mal fatto, e bisognava correggerlo, ma fu inutile: ha dovuto affidare ad un magistrato una nuova istruzione che ci ha dato fatti contrari a la prima; non sia falsitá, ma sia ignoranza, e voi sopra un processo istruito con tanta ignoranza potrete formare la vostra convinzione, e profferire con coscienza un ''liquet?'' potete dire che per tali pruove raccolte ''liquet'' che questi giovani sieno colpevoli di setta? Non mai». |
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Benedetto Musolino si difese come un leone: egli era avvocato criminale, uomo d’ingegno, parlatore facile, pratico di processi diede grande risalto a tutte le sciocchezze fatte da la polizia, le quali furono veramente incredibili. Uditene una. Quando il Musolino fu arrestato, ei gittò una carta che aveva in tasca, e che fu presa, ed egli disse sempre non averla gettata lui. Questa carta fu descritta minutamente nel verbale di arresto: un foglio scritto a metá, contenente una lettera del dittatore da Roma il quale approvava un ufficio dato a la persona scritta in margine: ma nel verbale per un caso inesplicabile di storditezza, non si fece alcuna menzione del nome di quella persona che era leggibile e chiaro, ed era Nicola Ricciardelli. Il Musolino diceva: «Quando io fui arrestato questo nome non c’era in quella carta, perché il verbale non ne parla: dunque ce lo avete scritto dipoi, e con la stessa mano che ha scritto il carattere della lettera, che sono un carattere». E questo fece gran colpo nei giudici. |
Benedetto Musolino si difese come un leone: egli era avvocato criminale, uomo d’ingegno, parlatore facile, pratico di processi diede grande risalto a tutte le sciocchezze fatte da la polizia, le quali furono veramente incredibili. Uditene una. Quando il Musolino fu arrestato, ei gittò una carta che aveva in tasca, e che fu presa, ed egli disse sempre non averla gettata lui. Questa carta fu descritta minutamente nel verbale di arresto: un foglio scritto a metá, contenente una lettera del dittatore da Roma il quale approvava un ufficio dato a la persona scritta in margine: ma nel verbale per un caso inesplicabile di storditezza, non si fece alcuna menzione del nome di quella persona che era leggibile e chiaro, ed era Nicola Ricciardelli. Il Musolino diceva: «Quando io fui arrestato questo nome non c’era in quella carta, perché il verbale non ne parla: dunque ce lo avete scritto dipoi, e con la stessa mano che ha scritto il carattere della lettera, che sono un carattere». E questo fece gran colpo nei giudici. |