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PROCESSO CONTRO GAETANO BRESCI




Milano, 29 Agosto 1900




AVV. MERLINO — Signor Presidente, prima di cominciare, io sono costretto di pregarla di voler prendere nota nel verbale, che il Rappresentante il P. M., nella sua requisitoria,ha affermato che il Bresci ebbe un complice, ed ha parlato di un telegramma e di atti i quali si riferiscono precisamente al processo contro i complici del Bresci. Siccome questa circostanza puó avere un’influenza sulla sorte del gravame che noi interporremo contro una precedente ordinanza di questa Corte, adempio ad un compito della difesa chiedendo che si prenda nota di essa nel verbale.

PRESIDENTE — Sará fatto.

AVV. MERLINO — Cittadini giurati! Il cortese saluto che il Rappresentante del P. M. ha voluto indirizzare non solo al mio collega quale rappresentante del Foro Milanese, ma anche a me, mi dispensa dal dire troppe parole per spiegarvi la mia presenza a questo banco. Io non vengo qui a portare le mie convinzioni politiche: vengo ad adempiere ad un sacro dovere qual’é quello della difesa.

Purtroppo, in certe circostanze, si é corrivi agli eccessi ed alle esagerazioni. Ed uno degli eccessi, una delle esagerazioni, che si sono fatte strada in questa circostanza, é che si dovesse fare a meno di tutte le formalità solite di un giudizio, che si dovesse trasandare alle esigenze della legge, che quasi non occorresse un difensore, non occorresse dibattimento, che il giudizio e la condanna dovessero seguire ratte come il fulmine al delitto (movimento del pubblico)1.

  1. Il lettore tenga presente che il pubblico era composto di soli funzionari dello Stato e di guardie di pubblica sicurezza; cosí é spiegabilissimo il suo contegno verso il difensore.