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inferiori, e gli chiedevano tabacco da fumo, ed ei ne mandava loro per mezzo dei custodi, ed essi lo chiamavano il mastro di casa; e sebbene chiuso in una stanza conosceva tutti, si faceva udire da tutti, e quando vedeva una donna ad una finestra lontana cantava e telegrafava con le mani. Aveva ventun anno: non lo tenevano reo, e lo lasciavano sfogare: e poi egli era largo coi custodi, ai quali suo fratello faceva dare buone mance. La franchezza e spensieratezza dei giovine, le mance, la bontá dell’indole napoletana che si vede anche in un carceriere quando non deve infierire per comando, la consuetudine di tre mesi, erano le cagioni per le quali egli poteva fare il diavolo nella sua stanza e non se ne curavano. Un avvertimento di tanto in tanto: egli rispondeva con una barzelletta, e di lí a poco tornava da capo. La sera adunque ci mettemmo a la parete, e si parlò un pezzo. Seppi ogni cosa, e che in Napoli c’era stato un altro denunziante, il quale spontaneamente era andato a dire ogni cosa al ministro, aveva presentato diplomi e catechismo, e detti i nomi convenzionali cui erano indirizzate le lettere, e fatte sorprendere alcune lettere, tra le quali ce n’era una mia. Io non dirò il nome di costui.
inferiori, e gli chiedevano tabacco da fumo, ed ei ne mandava loro per mezzo dei custodi, ed essi lo chiamavano il {{spaziato|mastro di casa}}; e sebbene chiuso in una stanza conosceva tutti, si faceva udire da tutti, e quando vedeva una donna ad una finestra lontana cantava e telegrafava con le mani. Aveva ventun anno: non lo tenevano reo, e lo lasciavano sfogare: e poi egli era largo coi custodi, ai quali suo fratello faceva dare buone mance. La franchezza e spensieratezza dei giovine, le mance, la bontá dell’indole napoletana che si vede anche in un carceriere quando non deve infierire per comando, la consuetudine di tre mesi, erano le cagioni per le quali egli poteva fare il diavolo nella sua stanza e non se ne curavano. Un avvertimento di tanto in tanto: egli rispondeva con una barzelletta, e di lí a poco tornava da capo. La sera adunque ci mettemmo a la parete, e si parlò un pezzo. Seppi ogni cosa, e che in Napoli c’era stato un altro denunziante, il quale spontaneamente era andato a dire ogni cosa al ministro, aveva presentato diplomi e catechismo, e detti i nomi convenzionali cui erano indirizzate le lettere, e fatte sorprendere alcune lettere, tra le quali ce n’era una mia. Io non dirò il nome di costui.


Fra i giovani che nell’anno 1864 ascoltavano le mie lezioni nell’universitá veniva un bel giovanetto, che era attento, ingegnoso, e mi stava sempre intorno con un certo affetto. Gli domandai il suo nome, ed ei mel disse: era figliuolo di quel denunziante. Possa questo giovane diventare un onesto uomo, e non sapere mai che suo padre fu un malvagio, che suo padre fece piangere molti, che fece la spia, e per prezzo ebbe quindici ducati al mese. Se io profferissi quel nome io ucciderei quel povero giovine.
Fra i giovani che nell’anno 1864 ascoltavano le mie lezioni nell’universitá veniva un bel giovanetto, che era attento, ingegnoso, e mi stava sempre intorno con un certo affetto. Gli domandai il suo nome, ed ei mi disse: era figliuolo di quel denunziante. Possa questo giovane diventare un onesto uomo, e non sapere mai che suo padre fu un malvagio, che suo padre fece piangere molti, che fece la spia, e per prezzo ebbe quindici ducati al mese. Se io profferissi quel nome io ucciderei quel povero giovine.


Seppi dunque da Pasquale che l’accusa piú grave cadeva sul fratello; che tutti avevano negato, finanche il servo a cui si era cercato di far paura, ma egli era rimasto fermo e faceva lo stolido; che l’Anastasio doveva essere arrestato la stessa notte dell’8 maggio, ma che avvertito a tempo fuggí ed era nascosto: insomma l’affare era piú grave che io non avevo immaginato.
Seppi dunque da Pasquale che l’accusa piú grave cadeva sul fratello; che tutti avevano negato, finanche il servo a cui si era cercato di far paura, ma egli era rimasto fermo e faceva lo stolido; che l’Anastasio doveva essere arrestato la stessa notte dell’8 maggio, ma che avvertito a tempo fuggí ed era nascosto: insomma l’affare era piú grave che io non avevo immaginato.