Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/489: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:24, 26 lug 2021

Il libro è finito.

Dentro la nebbia argentea e densa che sale sin qua sul colle, s’indovina la gran tristezza delle cose che finiscono. Cadono le foglie e l’inverno è vicino.

Non si vede più la città dove nacquero i miei figli, nè il piano dove dormono i miei morti. I lontani rumori della vita giungono indeboliti attraverso il velario grigio e soffice che fascia gli alberi e la casa. I contadini ritornano dal campo riconducendo i bovi e l’aratro perchè la terra troppo inzuppata non si può lavorare e sul prato non saltano più i bimbi perchè l’erba bagnata non lo consente. Domani è il giorno dei morti.

E mi ricordo il sole che dorava il piano sterminato fino alle Alpi azzurre e i campi gialli di spighe e l’ombra opaca delle querce e la vita e la gioia dei giorni sereni. E mi ricordo le liete ore di