Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/474: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:23, 26 lug 2021

L’iperemia cerebrale è spesso comune al genio ed alla follia, dunque spesso i geni sono matti. Questo ragionamento non fa una piega, ma prova troppo. L’afflusso del sangue al cervello è una condizione normale del lavoro pel cervello stesso. Il cervello di Dante e il cervello di Coccapieller quando lavorano sono più pieni di sangue; lo ammetto. Ma lo stesso accade nel cervello di un ragioniere, di un droghiere, di un arrotino. Quando i cervelli di questi ultimi hanno lavorato parecchio, non c’è caso che l’iperemia si manifesti anche in loro? E potremo dunque ragionare allo stesso modo e dire: l’iperemia cerebrale è spesso comune ai droghieri ed ai matti; dunque spesso i droghieri sono matti?

E ritornando a bomba, chieggo dunque in via di schiarimento se siamo così sicuri della fisiologia del cervello da poter sentenziare recisamente e tenere come anomalie quelle che forse non sono che le funzioni necessarie del lavoro?

Ma l’egregio professore mi dice: Noi non sentenziamo colla scorta di un sintomo solo, ma dietro un complesso di sintomi. Voi ragionate come un gobbo che dallo avere ciascuna delle vertebre sue perfettamente uguali a quelle dell’uomo dritto ne volesse concludere di non esser torto di schiena.

Ma no, egregio professore. Non so bene se una spina torta possa aver tutte le sue vertebre normali; ma io non sono scienziato e me ne rimetto a lei. Gli è invece nel complesso suo che non vediamo questa psichiatria, scienza così positiva e provata come ci vorrebbero far credere.