Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/455: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:22, 26 lug 2021

Pier Francesco, sia una di queste lotte di famiglia cieche e ferocissime, come pur troppo avvengono spesso nelle famiglie italiane delle piccole città. Non importa cercare da che motivi venga questa divisione: intanto tutti i giorni si fa più profonda e più aspra; ha diviso Recanati e oramai gli studiosi delle cose leopardiane. Certo gli eredi legittimi e diretti dei Leopardi debbono vedere con rammarico la pingue eredità dell’avarissimo Carlo distratta alla famiglia a vantaggio della vedova e dei figliastri di lui. Certo la signora Teresa Teia, prima vedova Pautas e poi vedova Leopardi, ha molti torti, non fosse altro, quello scusabile di voler fare l’apoteosi del defunto marito per quanto la meriti poco, e quello inescusabile di far servire queste tristissime polemiche alle rabbie clericali e fratesche; ma mentre i primi non dovrebbero dimenticare che al postutto si tratta di una signora, questa non dovrebbe dimenticare che si tratta anche di una famiglia alla quale essa è, si può dire, estranea. Da ambedue le parti sarebbero necessari molti riguardi, e nessuna delle due parti ne usa.

Queste ire poco decenti diedero origine ad un nuovo volume di cose leopardiane, cui il Piergili prepose una lunga prefazione apologetica.

Premetto che, se dovessi scegliere un partito, starei col Piergili e non coll’Aulard. Carlo, la più antipatica e falsa figura di casa Leopardi, che ebbe tutti i difetti e nessuno dei meriti del fratello maggiore, deve ispirare simpatia a ben pochi che non abbiano interesse a farlo. Questo Arpagone, senza